Lessico

sf. [sec. XIII; latino tardo clausūra, per il classico clausūra].

1) Atto ed effetto del chiudere e dell'esser chiuso: provvedere alla chiusura delle paratie stagne. Anche estensivo e fig., cessazione, interruzione, termine: oggi è il giorno di chiusura settimanale del ristorante; chiusura di un'attività, chiusura dell'anno scolastico; nel linguaggio giornalistico, il limite orario massimo entro il quale, salvo il sopraggiungere di notizie di grande eccezionalità, deve essere chiusa l'impaginazione tipografica del giornale; spettacolo di chiusura, al termine di una serie di rappresentazioni; chiusura di un circuito elettrico, operazione con cui si stabilisce la continuità del circuito determinando il passaggio di corrente. Più in particolare: A) fig., rigida esclusione di ogni forma di accordo con avversari politici o ideologici: chiusura a sinistra;chiusura mentale, limitatezza di idee, indisponibilità ad accogliere qualsiasi elemento di novità rispetto alla propria conformazione morale e culturale. B) Nei giochi di carte in cui esistono regole d'apertura (canasta, ramino, Gin Rummy, ecc.), la conclusione di una mano. C) In stratigrafia, la progressiva riduzione fino alla terminazione laterale a cuneo di una lingua o di una lente. D) In geologia, chiusura strutturale , in una struttura tettonica, il dislivello tra la zona di culminazione e quella più bassa fino alla quale la superficie strutturale mantiene un contorno chiuso (punto di perdita o di trabocco). Questo elemento geometrico risulta caratteristico per le strutture del sottosuolo indicate come trappole stratigrafiche e ha interesse pratico per la valutazione dell'entità di un giacimento di idrocarburi.

2) Il modo di chiudere o di essere chiuso: chiusura ermetica, elettronica.

3) In senso concr., il mezzo, il congegno che serve a chiudere, serratura, serrame: la chiusura della borsetta. Con accezioni più particolari: A) congegno principale di un'arma da fuoco a retrocarica che permette l'apertura manuale o automatica della culatta. B) Chiusura lampo, mezzo di allacciatura, molto usato nell'abbigliamento moderno e per la chiusura di borse, valige, ecc. Consiste in un doppio nastro munito di piccoli denti metallici o di plastica, che mediante lo scorrimento di un apposito cursore si incastrano gli uni dentro gli altri, congiungendo due parti di stoffa. C) Chiusura centralizzata delle portiere, dispositivo elettrico accessorio montato sulle vetture di serie, che consente il blocco automatico delle serrature di tutte le portiere. Il blocco viene attuato mediante l'azione di elettromagneti comandati da un pulsante, nelle due posizioni aperto-chiuso, posto sul cruscotto, oppure dall'esterno direttamente dalla chiave che apre la portiera o mediante l'azione di un telecomando. La chiusura centralizzata assicura che durante la guida nessuno, soprattutto bambini, apra incidentalmente una portiera.

4) Antiq., recinto, muro di cinta. In particolare, in diritto, chiusura del fondo, la legge concede al proprietario la facoltà di recingere il proprio fondo in qualunque tempo; tale facoltà deve essere coordinata con l'esigenza che la recinzione stessa non impedisca l'esercizio di eventuali diritti altrui di passaggio e di transito.

Militaria

Fino alla prima metà del sec. XIX le armi erano tutte ad avancarica a causa della difficoltà di realizzare un efficiente sistema di chiusura della culatta. Nel corso del secolo furono inventati tutti i sistemi di chiusura, la maggior parte dei quali ancor oggi in uso. Le chiusure si dividono in due gruppi principali: chiusure normali e chiusure automatiche. Le prime comprendono le chiusure a blocco verticale, a blocco oscillante, a portello a filettatura interrotta e a otturatore, oltre a un gruppo di chiusure oggi dimenticate, quali quelle a chiavistello, a barile (Werndl), a tabacchiera (Snider) e rolling block (Remington). Le chiusure a blocco verticale sono costituite da un blocco scorrevole in apposite guide prismatiche, contenente il percussore e talvolta anche il meccanismo di scatto. Le chiusure a blocco oscillante, nate con le carabine Peabody e Martini, sono costituite da un blocchetto rettangolare contenente l'asta del percussore, incernierato posteriormente e comandato da una leva. La chiusura a portello a filettatura interrotta è nata ed è usata solo per i cannoni, specie di grosso calibro. Le chiusure a otturatore, impiegate quasi esclusivamente per fucili, comprendono i sistemi a otturatore prismatico e a otturatore cilindrico. Le chiusure automatiche si dividono in labili, meta-stabili e fisse o geometriche. Nelle prime, il blocco di chiusura (otturatore o carrello) non ha vincoli meccanici che ne impediscano l'apertura; all'atto dello sparo, la pressione del bossolo contro la faccia anteriore dell'otturatore lo spinge indietro aprendo la culatta. Le forze che si oppongono all'apertura e la ritardano fino all'uscita del proiettile dalla canna sono costituite dall'inerzia della massa dell'otturatore e dalla forza della molla di recupero. Questo sistema è largamente usato per i mitra e per le pistole che impiegano cartucce deboli. Le chiusure metastabili funzionano sullo stesso principio, ma comprendono un sistema di frenatura che rallenta l'apertura o il movimento retrogrado dell'otturatore. Questi freni sono costituiti da camme comandate da molle o agenti su piani inclinati, o da fresature elicoidali che determinano la rotazione della canna durante l'apertura. Le chiusure fisse o geometriche sono invece provviste di un bloccaggio meccanico che impedisce l'apertura dell'otturatore fino a quando il proiettile abbia abbandonato la canna e la pressione sia scesa a valori bassi. Sono usati per i fucili mitragliatori e d'assalto, le mitragliatrici, i cannoncini automatici, i fucili automatici da caccia e le pistole che impiegano cartucce potenti. Queste chiusure si dividono in tre gruppi principali: sistemi a sottrazione di gas, a canna a corto rinculo e a canna a lungo rinculo. I primi utilizzano una piccola quantità dei gas prodotti dalla polvere per aprire l'otturatore e garantire l'automatismo dell'arma. Questo sistema è usato per fucili mitragliatori e d'assalto, mitragliatrici e alcuni fucili da caccia. Nei sistemi a canna a corto rinculo, all'atto dello sparo la canna e il carrello, uniti da un vincolo meccanico, rinculano insieme per un piccolo tratto (1-2 cm), quindi la canna si ferma e l'otturatore, sbloccato da un congegno a camme o a piani inclinati, prosegue la sua corsa retrograda aprendo la culatta ed espellendo il bossolo. Questo sistema è usato per le pistole e per alcuni tipi di mitragliatrici e fucili mitragliatori. Nel sistema a canna a lungo rinculo, la canna e l'otturatore rinculano uniti fino a fine corsa, quindi, aperta la culatta, la canna torna in avanti, seguita successivamente dall'otturatore che torna in chiusura. Questo sistema, con alcune variazioni, è usato per cannoncini automatici, mitragliatrici e per la maggior parte dei fucili automatici da caccia.

Scienze economiche

La chiusura di un conto consiste nella iscrizione del relativo saldo nella sezione che presenta l'importo inferiore, rendendo in tal modo equivalenti gli importi delle due sezioni, ossia “bilanciando” il conto. Particolare importanza hanno le cosiddette operazioni di chiusura dei conti, intese come l'insieme delle scritture mediante le quali, partendo da una situazione contabile, si perviene al bilancio di esercizio. La chiusura dei conti si articola in operazioni di assestamento, di epilogo dei conti accesi a componenti di reddito di competenza al conto economico generale Profitti e Perdite, di chiusura in senso stretto dei conti del patrimonio al conto generale Stato Patrimoniale; con il primo gruppo di operazioni si procede: al completamento delle scritturazioni annotando quei fatti gestionali che non erano stati rilevati precedentemente in quanto non avevano ancora avuto la loro manifestazione finanziaria; alla determinazione delle competenze, rinviando al futuro i costi e i ricavi sospesi dalla formazione del reddito dell'esercizio di riferimento, e anticipando al presente i costi presunti futuri di competenza. Con le scritture di epilogo si perviene alla redazione del conto economico generale Profitti e Perdite e, dal confronto tra i componenti positivi di reddito con quelli negativi, si determina il reddito attribuibile all'esercizio; infine, con la chiusura degli altri conti allo Stato Patrimoniale si perviene alla determinazione quali-quantitativa del capitale di funzionamento; chiusura-borsa, ultimi momenti di una riunione ufficiale di borsa, in cui vengono contrattati i titoli iscritti alla quotazione. A questo effetto si definisce corso di chiusura la quotazione di un titolo quando è iscritto nel listino ufficiale; prezzo di chiusura, la quotazione delle merci iscritte a listino; ordine di borsa in chiusura, ordine di compera o vendita di titoli impartita all'agente di cambio in periodo di chiusura.

Topografia

In un triangolo piano (rilevamento topografico) o in un triangolo sferico (triangolazione geodetica) l'errore di chiusura è la differenza tra la somma degli angoli interni osservati e il valore geometrico di 180º o di 180º più l'eccesso sferico. In livellazione l'errore di chiusura è la differenza fra la quota nota del caposaldo di partenza e la quota che si ottiene sullo stesso caposaldo dopo aver effettuato le misure lungo un poligono chiuso. Nel caso di un poligono aperto l'errore di chiusura è la differenza fra il dislivello ottenuto da A verso B (andata) e quello ottenuto da B verso A (ritorno). Se l'errore di chiusura è superiore alla tolleranza prefissata, le osservazioni e le misure devono essere ripetute.

Topologia

Chiusura di un insieme A è l'insieme Ā composto dai punti di A con l'aggiunta dei punti di accumulazione di A stesso, cioè dei punti che in ogni loro intorno contengono punti dell'insieme. La chiusura di un insieme chiuso coincide pertanto con l'insieme stesso. La chiusura Ā può essere anche definita come il più piccolo sottoinsieme chiuso contenente A. Il termine chiusura viene perciò spesso usato in matematica per indicare il minimo soprainsieme di un insieme che goda di una data proprietà. Per esempio: la chiusura algebrica di un campo è il più piccolo campo algebricamente chiuso che lo contiene; la chiusura convessa di una figura è la più piccola figura convessa che la contiene. Si indica con il termine chiusura anche l'operazione con la quale si passa da un sottoinsieme di uno spazio topologico alla sua chiusura. Le proprietà formali di tale operazione in uno spazio euclideo possono venire assunte come assiomi definitori di spazi topologici astratti.

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