cicatrice

Indice

Lessico

Sf. [sec. XIII; dal latino cicātrixcis]. Tessuto neoformato destinato a riparare una perdita di sostanza organica; cicatrice fogliare, che si forma sul fusto nel punto in cui la foglia se ne stacca. Comune, segno che resta sulla pelle nel punto in cui una ferita si è rimarginata: una cicatrice gli sfigurava il viso. Fig., segno, traccia impressa nella coscienza o nella mente da un'esperienza trascorsa, specialmente spiacevole: “le cicatrici lasciategli dall'ingiustizia sociale” (Pascoli).

Medicina

In relazione alle modalità con cui la cicatrice si instaura si hanno: cicatrice per prima intenzione, in cui si verifica la riunione spontanea o terapeutica (punti o graffe di sutura) dei margini della ferita che si congiungono senza formazione di tessuto di granulazione; cicatrice per seconda intenzione, in cui i margini della ferita non riescono a ricongiungersi o si verifica perdita di sostanza o insorge un processo infettivo con conseguente formazione di tessuto di granulazione. Le cicatrici per prima e seconda intenzione possono presentare diverse alterazioni nel loro decorso per eccesso (cicatrice ipertrofica) o difetto (cicatrice atrofica) del processo di cicatrizzazione. Nella cicatrice ipertrofica il tessuto cicatriziale si forma in maggiore quantità e dura un tempo maggiore del normale, rimanendo poi sempre rilevato e dolente; nella cicatrice atrofica, che si osserva in soggetti anemici, deboli e, in genere, in portatori di carcinomi, la cicatrizzazione è insufficiente e, in certi casi, può verificarsi la riapertura di ferite apparentemente già rimarginate. La terapia delle cicatrici varia in rapporto al tipo di cicatrizzazione considerato.

Botanica

Strato di tessuti di carattere tegumentale (tessuti di riparazione o di cicatrizzazione) che la pianta differenzia in seguito a fatti traumatici di varia natura (meccanici, chimici, termici, ecc.) quando questi mettono allo scoperto porzioni interne dei suoi organi. In tali occasioni tutte le cellule vive che confinano con la superficie di ferita – o solo quelle aventi già carattere di meristemi secondari – vengono riattivate e riacquistano attività embrionale per cui, ingrandendosi e dividendosi, danno luogo a una massa più o meno vistosa di tessuto incolore e indifferenziato (callo) che si estende sopra la superficie scoperta, per poi talvolta subire una differenziazione e formare radici e gemme. Spesso il meristema avventizio che si forma in tal modo in un secondo tempo produce uno strato di sughero, di modo che il callo viene a trovarsi ricoperto da un vero tessuto tegumentale, in grado di rimarginare completamente la ferita.

Etnologia

Cicatrici ornamentali, forme semplici di tatuaggio ottenute incidendo la pelle secondo linee geometriche, punti, curve, che spesso assumono aspetto di disegno più o meno complesso. La cicatrice si ottiene ritardando ad arte la suturazione, a volte introducendo nella ferita sostanze estranee che provocano una rimarginazione in rilievo (cheloide). Le forme più appariscenti ed elaborate di disegni con cicatrici ornamentali, che possono coprire gran parte del corpo, si riscontrano fra i Melanesiani; la pratica delle cicatrici ornamentali è diffusa tra Australiani, varie tribù africane dal Congo alla Guinea, Andamanesi e Fuegini (praticamente estinti).

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