cocktail

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s. inglese usato in italiano come sm.

1) Aperitivo, di origine americana, costituito da una mescolanza di diverse bevande alcoliche nelle precise proporzioni indicate da una ricetta. Ormai diffuso in tutto il mondo, le sue ricette più classiche partono da una base molto alcolica (generalmente gin o whisky), alla quale si aggiungono vermouth, amari o altri liquori. La miscela viene poi mescolata o sbattuta con ghiaccio, usando rispettivamente o l'apposito bicchiere o lo shaker.

2) In farmacologia, cocktail litico, trattamento a base di neuroplegici, oppiacei e antiadrenergici effettuato nel corso della medicazione preanestetica, soprattutto nella preparazione degli interventi chirurgici sul cuore e sui grossi vasi sanguigni. L'uso dei cocktails litici è stato introdotto nel 1953, all'epoca dei primi tentativi di terapia chirurgica su pazienti in stato di ibernazione artificiale. I cocktails litici hanno proprietà ipotermizzanti e nel contempo aboliscono la reazione calorigena che l'organismo umano, come altri omeotermi, mette in atto attraverso il sistema nervoso adrenergico in risposta all'abbassamento della temperatura corporea. Nei cocktails litici vengono generalmente associati farmaci antiadrenergici, clorpromazina, morfina e derivati morfinici, ganglioplegici. Mediante queste associazioni è possibile ottenere l'“ipotermia moderata” dell'organismo, cioè il raffreddamento corporeo spontaneo fino alla temperatura di 28 ºC. L'abbassamento della temperatura è tuttavia molto lento, richiedendo 5-6 ore, durante le quali il paziente può andare incontro a gravi disturbi del ritmo cardiaco. Nonostante tali inconvenienti, l'uso dei cocktails litici, riservato inizialmente agli interventi cardiaci di breve durata, è andato diffondendosi nella pratica anestesiologica e ha trovato una peculiare indicazione negli interventi chirurgici su pazienti in precarie condizioni generali. Mediante il cocktail litico è infatti possibile attuare la cosiddetta “anestesia potenziata”, che riduce al minimo il periodo di induzione dell'anestesia, lo stato di inquietitudine del paziente, le dosi dell'anestetico e la frequenza dello shock post-operatorio. Attualmente nella composizione dei cocktails litici alla morfina e alla clorpromazina, che hanno azione deprimente sulla pressione e sul respiro, si sostituiscono spesso i derivati della meperidina e del butirrofenone (aloperidolo, properidolo), che non alterano significativamente i valori pressori.

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