consecutivo

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agg. [sec. XVII; dal latino medievale consecutivus, da consecūtus, pp. di consĕqui conseguire].

1) Che viene subito dopo nel tempo: il giorno consecutivo al suo arrivo; al pl., indica successione senza interruzione: per tre giorni consecutivi, per tre giorni di seguito.

3) In grammatica, di una proposizione dipendente che indica la conseguenza della condizione o dell'azione espresse nella proposizione reggente. Si dice pure della congiunzione o della locuzione congiuntiva che introduce la stessa proposizione consecutiva (che, cosicché, di modo che, a tal punto che). La proposizione consecutiva può essere esplicita, se il suo predicato è espresso con un verbo di modo finito (era così buono che era amato da tutti), o implicita, se il suo predicato è espresso con un verbo all'infinito preceduto dalla preposizione da (era così buono da essere amato da tutti). Le proposizioni consecutive esplicite hanno in italiano di regola il modo indicativo; hanno più raramente il congiuntivo quando indicano una conseguenza eventuale o possibile; hanno a volte il condizionale quando la conseguenza è subordinata a una condizione. In latino le proposizioni consecutive sono introdotte dalla congiunzione ut (ut non se negative) e hanno sempre il modo congiuntivo. Però nell'uso dei tempi le consecutive non seguono strettamente la consecutio temporum, cioè in dipendenza da un tempo principale della reggente si può trovare un tempo storico nella dipendente, e viceversa.

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