corrida
sf. [sec. XIX; spagnolo corrida (de toros), corsa (di tori)]. Spettacolo di tauromachia spagnola risalente probabilmente al sec. XI, ma codificato nelle odierne forme a metà del sec. XIX. Il cerimoniale che lo precede e il combattimento obbediscono a uno schema immutabile. La corrida ha luogo di pomeriggio in un'arena (plaza de toros): i tori, generalmente 6, sono assegnati a sorte a tre espadas o matadores che dovranno affrontarli e ucciderli. I tori devono rispondere ad alcuni requisiti fondamentali: avere corna aguzze simmetriche e robuste, pesare non meno di 400 kg e, soprattutto, non avere mai affrontato un uomo a piedi, il che li renderebbe estremamente pericolosi. La corrida si svolge sotto la direzione di un presidente e ha inizio con la sfilata (paseo) aperta da due delegati del presidente (alguaciles); seguono le tre squadre (cuadrillas) che affronteranno i tori, composte dal matador, da due picadores (giostratori a cavallo) e da tre banderilleros o peones (giostratori a piedi). Tutti i toreri indossano costumi tradizionali riccamente ricamati, composti da un bolero, da calzoni al ginocchio e dal caratteristico copricapo (montera). Terminata la sfilata, resta in campo una sola cuadrilla e viene fatto entrare il toro, che carica furiosamente: banderilleros e matador ne frenano lo slancio, fino ad arrestare il toro manovrando un mantello rosso e giallo (capa); quindi inizia il combattimento vero e proprio, diviso in tre parti (suertes o tercios). La prima viene affidata ai picadores, che colpiscono il toro nei muscoli del collo, con picche dalla breve punta d'acciaio, allo scopo di ridurne la vitalità e fargli abbassare la testa ; la seconda spetta ai banderilleros che, con mosse rapide ed eleganti, infiggono almeno tre paia di asticelle (banderillas de fuego), munite di punta a rampone, nella groppa del toro . La terza fase è quella dell'uccisione del toro e spetta tutta al matador armato di spada e di un drappo rosso (muleta): egli avanza contro il toro provocandolo ed eludendone gli attacchi con una serie di movimenti arditi finché il toro, stremato, si ferma a testa bassa. A questo punto avviene l'uccisione: se il toro è immobile, con un volapié, che consiste nel tenere il più basso possibile la muleta e nell'infiggere in un sol colpo lo stocco tra le scapole del toro . Se invece il matador eccita il toro alla carica per colpirlo a volo, si ha il recibir, la stoccata più difficile e rischiosa. Quindi il toro morto è trascinato via dall'arena da quattro muli bardati e ha inizio il secondo combattimento. Talvolta, il coraggioso comportamento del toro e l'incapacità del torero di dominarlo valgono all'animale la salvezza, decretata dal pubblico e ratificata dal presidente. Oltre che in Spagna, dove esistono alcune centinaia di plazas de toros, la corrida è praticata nei Paesi dell'America Latina, anche se con qualche modifica, e in Portogallo, dove le corna del toro sono protette da un involucro di cuoio che reca sulla punta due palle di legno, per evitare conseguenze mortali per il torero.