custòde

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sm. e f. [sec. XIV; dal latino custos-ōdis].

1) Chi custodisce, chi sorveglia persone, animali o cose a lui affidate: il custode del gregge; in particolare, chi è addetto alla custodia di un edificio, di un istituto, ecc.: il custode del museo. Nel linguaggio giuridico, ausiliario del giudice che ha per compito la conservazione e l'amministrazione dei beni pignorati o sequestrati. § La nomina del custode compete al giudice o all'ufficiale giudiziario che procede al pignoramento. Deve svolgere il proprio compito con la diligenza del buon padre di famiglia, diversamente è tenuto al risarcimento del danno e nei casi più gravi incorre in responsabilità penali. Il giudice, d'ufficio o su istanza di parte, può disporre in qualsiasi momento la sua sostituzione. Il custode, a sua volta, può sempre chiedere di essere sostituito, ma, se percepisce un compenso, deve addurre una giusta causa.

2) Fig., chi cerca di difendere, conservare o mantenere intatto un bene ideale: farsi custode dei valori morali.

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