spòglio²

Indice

sm. [sec. XVI; da spogliare].

1) Lett., lo spogliare, il privare di qualche cosa; spoliazione.

2) Raccolta, analisi e selezione di notizie, dati e simili: spoglio della corrispondenza; spoglio di un testo, di un autore; spoglio delle schede, esame della validità e conteggio dei voti di un'elezione. In particolare, in statistica, classificazione o enumerazione dei dati grezzi rilevati. Può essere eseguito manualmente oppure ricorrendo a sistemi meccanografici o elettronici.

3) Procedimento, corrispondente allo sviluppo, mediante il quale l'immagine fotografica si forma asportando dal supporto il materiale fotosensibile non modificato in seguito all'azione della luce. È termine più esatto di sviluppo, riferito a processi fotomeccanici.

4) In diritto, privazione in modo violento o clandestino del possesso o della detenzione di una cosa. A difesa dello spoglio la legge dà al possessore e al detentore un rimedio efficacissimo con l'azione di spoglio o di reintegrazione, esperibile entro un anno dallo spoglio o dalla sua scoperta. L'azione di spoglio, in quanto azione possessoria, ha la precedenza sull'azione petitoria di accertamento della proprietà.

5) In diritto canonico, diritto di spoglio, manifestazione del ius dominii eminentis che i monarchi assoluti dell'età moderna si arrogavano sui patrimoni ecclesiastici: questi monarchi incameravano, durante la vacanza, i frutti intercalari dei benefici ecclesiastici, avendo istituito a tal fine un apposito ufficio, detto Economato dei benefici vacanti.

6) Con architettura di spoglio si intende l'utilizzazione, più o meno massiccia, in un edificio di elementi architettonici tolti da costruzioni classiche, secondo un uso assai frequente nell'architettura medievale europea, dalla fase paleocristiana fino al sec. XIII. L'impiego di materiale di spoglio (colonne, capitelli, pietre lavorate ecc.) fu determinato, in tali periodi, dagli elevati costi dei materiali da costruzione, dalle difficoltà di trasporto, dalla scarsità di maestranze, oltre che, ovviamente, dal facile reperimento del materiale in loco. Difficilmente, anche nei casi di impiego su larga scala, gli elementi di spoglio vengono usati con criterio unitario, che tenga conto della loro intrinseca qualità: in genere, specie nell'alto Medioevo, essi risultano accostati arbitrariamente, secondo le necessità funzionali dell'edificio (colonne di diverse qualità, spesso spezzate o ridotte, capitelli eterogenei ecc.). Un atteggiamento diverso è rintracciabile in epoca carolingia e romanica, quando la rinascita degli studi classici e una rinnovata considerazione dell'architettura antica ebbero notevoli riflessi anche sulla scelta e l'impiego del materiale classico di spoglio, apprezzato per il suo valore estetico non meno che storico e simbolico.