Lessico

agg. e sm. [sec. XIII; pp. di dare].

1) Agg., dedito, che ha una forte tendenza per qualche cosa: una persona data al gioco.

2) Stabilito, determinato, particolare: a un dato momento entrò il protagonista; abito indossato solo in date occasioni; noto, stabilito; in particolare, di quantità nota ma che al momento non si specifica: per vincere bisogna ottenere un dato punteggio.

3) In costruzioni assolute, con valore causale o ipotetico, nel senso di “tenendo conto di”, ecc.: date le circostanze, non si può agire diversamente;dato che, supposto, ammesso, considerato che; dato e non concesso che, ammettendo solo per ipotesi che.

4) Sm., elemento irriducibile e assolutamente reale che si mostra come contenuto della coscienza senza aggiunte provenienti dall'arbitrio; più comunemente, qualunque fatto o valore conosciuto o accertato o presunto tale, che può servire come premessa, come punto di partenza per una ricerca, una dimostrazione, un giudizio: basarsi su dati sicuri; i dati di un problema;dato di fatto, realtà obiettiva, fatto accertato. Per estensione, elemento essenziale, notizia: sono in attesa dei dati relativi all'accaduto. In particolare, in statistica, insieme di unità rilevate che presentano caratteristiche comuni.

5) Anticamente, dono, regalo. Loc. lett., di buon dato, in buon dato, in abbondanza, in gran quantità.

Informatica

Elemento costitutivo dell'informazione, rappresentazione in forma convenzionale di un fatto, di un concetto, di un oggetto o di una situazione, suscettibile di trattamento per mezzo di macchine. Si trova in molte espressioni di uso comune quali: elaborazione dei dati, banca dei dati, trasmissione dei dati, rete di dati, ecc. Più precisamente nel contesto digitale è una sequenza di bit la cui natura è definita dal formato, dalla collocazione, dall'operazione svolta. Viene impiegato in tre accezioni principali: A) in un programma, i dati sono le costanti e le variabili e sono collocati nel proprio spazio di memoria (archivi di dati: data file) distinto da quello delle istruzioni. Peraltro la distinzione dipende dal tipo di elaborazione che si vuole effettuare: per esempio, le istruzioni di un programma sorgente (in linguaggio evoluto) sono i dati per il programma compilatore, che lo trasforma in linguaggio macchina. B) In un sistema di calcolo i dati possono essere, con un significato più ristretto, i valori di ingresso del problema e si distinguono pertanto da costanti e altri parametri e dai risultati intermedi e finali. C) In un senso più generale i dati sono una delle categorie dell'informazione che comprende anche testi, voce e immagini; in questo senso si parla di elaborazione di dati, elaborazione dei testi, elaborazione della voce ed elaborazione delle immagini.

Filosofia

L'uso filosofico moderno del termine è stato in larga parte influenzato dalla concezione di Kant, per il quale il dato è l'essere presente dell'oggetto all'intuizione sensibile, per cui dare un oggetto è, in senso più ampio, riferire la sua rappresentazione a un'esperienza reale o possibile, in cui il legame con la sensibilità è essenziale: il necessario riferirsi della conoscenza umana a un dato come materiale primitivo e non elaborato di essa, è allora per Kant limitare la conoscenza stessa all'esperienza e affermare che il suo contenuto non può provenire dall'ambito dei puri concetti, ma deve sorgere dal convergere di un elemento spontaneo-intellettuale con un elemento passivo-sensibile. Fra i neo-kantiani, il valore del dato come elemento originario, irriducibile e non ancora elaborato della conoscenza, viene negato: esso diviene piuttosto la determinazione completa dell'oggetto al termine del processo conoscitivo. Da Husserl il dato è considerato come termine ultimo, punto d'arrivo della ricerca, come ciò che si manifesta solo quando tutti i pregiudizi e le sovrapposizioni siano stati completamente accantonati, e solo ciò che è essenziale si mostri alla coscienza.

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