denutrizióne

sf. [sec. XX; da denutrire]. Condizione patologica conseguente a un insufficiente apporto alimentare prolungato nel tempo che porta a un prevalere dei processi metabolici di tipo catabolico, cioè demolitivo, su quelli anabolici, cioè accrescitivi. L'insufficiente apporto alimentare può essere involontario, come per particolari condizioni esogene (carestia, prigionia, naufragio, eccetera) o endogene (gravi malattie anoressizzanti); o volontario, come nel digiuno o nell'anoressia mentale. La perdita di peso può essere notevole, fino al 50% del peso corporeo e più nei bambini. Per quanto riguarda gli organi interni, la perdita di peso è più pronunciata per il fegato e l'intestino, minima per il sistema nervoso. Nei casi gravi tutti i sistemi corporei sono colpiti. L'insorgenza di ipotermia può condurre alla morte. In relazione alla durata della denutrizione si distinguono: la sindrome generica di denutrizione, caratterizzata da dimagramento, astenia, lesioni cutanee, alterazioni delle principali funzioni organiche (digestiva, circolatoria, sessuale); la malattia da fame, stadio finale della denutrizione, caratterizzata da cachessia, bradicardia, diarrea, alterazioni psichiche, alterazioni del sistema nervoso periferico, decalcificazione, edema. Conseguenza di una grave denutrizione può essere nei bambini il Kwashiorkor, la cui sintomatologia è dovuta soprattutto a un deficit proteico, o il marasma, determinato da un deficit energetico (calorie). Le forme intermedie con eziologia e sintomi misti sono denominate Kwashiorkor marasmico. Tali forme di denutrizione sono particolarmente frequenti in bambini sotto i 3 anni di età in Paesi in via di sviluppo. L'intervento nei casi più gravi di denutrizione è volto innanzitutto alla correzione della disidratazione e degli squilibri elettrolitici (ipopotassiemie, ipocalcemia, eccetera) per attuare la quale sono state messe a punto apposite soluzioni reidratanti, somministrabili per lo più endovena. Tali presidi sono formulati in modo da contenere anche adeguate quantità di glucosio. L'alimentazione orale può essere reintrodotta solo dopo questi primi interventi e deve seguire apposite tabelle dietetiche di pertinenza specialistica.

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