dormiènte

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agg. e sm. e f. [sec. XIV; ppr. di dormire].

1) Agg., che dorme: il bambino dormiente; la bella dormiente;i sette dormienti, denominazione data a sette giovani cristiani (Massimiliano, Malco, Martiniano, Dionigi, Giovanni, Serapione, Costantino) che, secondo un racconto agiografico, rifugiatisi in una grotta presso Efeso per sfuggire alla persecuzione di Decio (249-51), vi furono murati vivi. Secondo la leggenda, si sarebbero svegliati tre secoli dopo. Festa il 27 luglio. Sono ricordati anche nel Corano.

2) In botanica, di gemma ascellare che, per quanto di normale costituzione, non si sviluppa a formare un ramo, ma rimane celata nella corteccia. Di solito le gemme dormienti sono localizzate nella parte inferiore del fusto o dei rami, e la soppressione delle parti superiori di tali organi sollecita il loro risveglio e lo sviluppo dei relativi polloni: su tale fatto si fonda la pratica di conduzione dei cedui. Si dicono dormienti anche i primordi di radici avventizie presenti nei rami, che si sviluppano solo in particolari condizioni di umidità e di oscurità: sulla loro presenza si basa la possibilità di moltiplicazione vegetativa mediante talea, margotta, ecc.

3) Sm., trave in legno di grossa sezione posta orizzontalmente, entro apposito alloggio, in un muro allo scopo di ripartire uniformemente, sulle sezioni sottostanti, i carichi insistenti su di essa.

4) Nell'attrezzatura navale, il punto (fisso o meno rispetto allo scafo della nave) al quale è assicurato uno dei capi di un cavo e anche il capo in questione, mentre al capo libero, e che in genere va alato e filato, si dà il nome di tirante. Nelle costruzioni navali, ciascuno dei travi longitudinali che corrono internamente lungo il fianco delle navi e delle imbarcazioni in legno; oltre a contribuire alla robustezza dello scafo, può costituire anche l'appoggio delle teste dei bagli. Spesso è rinforzato da un sottodormiente, posto immediatamente al disotto di esso.