estrattóre

Indice

sm. (f. -trice), [sec. XVIII; da estrarre].

1) Chi è addetto a lavori di estrazione.

2) Semplice congegno presente in tutte le armi a retrocarica a cartuccia, che permette l'estrazione del bossolo sparato. Nelle armi a ripetizione è costituito da un gancetto elastico (unghia) situato lateralmente alla testa dell'otturatore, che aggancia il fondello del bossolo e lo mantiene aderente alla faccia dell'otturatore fino all'incontro con l'espulsore. Nei moderni revolver l'estrattore è stellare e aggancia tutti i bossoli del tamburo, permettendone l'estrazione simultanea. Nei fucili da caccia gli estrattori si dicono automatici quando, in seguito alla compressione di una molla, scattano istantaneamente quando l'arma è già aperta, espellendo con violenza i bossoli. Nelle artiglierie è generalmente del tipo detto a forchetta, costituito da una coppia di leve che, comandate dall'apertura dell'otturatore, agiscono sull'orlo di presa del fondello del bossolo, spingendo questo con forza all'indietro fino all'espulsione che avviene per caduta.

3) In tecnologia meccanica, dispositivo di cui sono dotate alcune attrezzature, per estrarre il pezzo dopo la lavorazione o lo stampaggio. In particolare, nelle attrezzature di imbutitura delle lamiere, in quelle di stampaggio delle materie plastiche e di pressofusione, gli estrattori consentono di rendere completamente automatico il ciclo di lavorazione. Essi possono essere azionati da molle, da cilindri pneumatici o idraulici, o da sistemi meccanici collegati alla pressa, che assicurano la corsa e lo sforzo di espulsione necessari all'estrazione del pezzo, esercitati solo al momento opportuno (di solito alla fine della corsa di apertura della pressa). Si chiamano estrattori anche vari attrezzi impiegati per smontare accoppiamenti forzati. L'estrattore per cuscinetti (o ruote dentate, o volani) calettati su alberi, è costituito da due o tre leve uncinate, imperniate su una barra o una ghiera filettata, nella quale è inserita una lunga vite che si appoggia contro la testa dell'albero, mentre le leve afferrano l'anello esterno del cuscinetto, o il pezzo da smontare. Rotando la vite, si trasmette all'albero una forza che agisce lungo il suo asse, e ne provoca lo sfilamento senza alcun danno né all'albero, né al pezzo sfilato. Alcuni estrattori hanno un cilindro idraulico invece della vite.

4) In chimica, apparecchiatura per l'estrazione con solvente di un componente da una miscela liquida o da una sostanza solida. Molto usato in laboratorio per estrarre in continuo un solido è l'estrattore di Soxhlet "Vedi disegno A vol. IX, pag. 195" .

"Per il disegno A vedi il lemma dell'8° volume." La sostanza da estrarre, contenuta in un ditale di carta da filtro, viene posta nella parte centrale dell'estrattore che è montata su un pallone di vetro contenente il solvente. Questo viene portato all'ebollizione e i suoi vapori, condensati da un refrigerante, investono la miscela solubilizzando la sostanza estraibile; il solvente con il solido estratto ritorna quindi mediante un sifone nel pallone. Industrialmente l'estrattore più usato è l'estrattore continuo a pioggia, "Per il disegno B vedi il lemma dell'8° volume." "Vedi disegno B vol. IX, pag. 195" con il quale si realizza l'estrazione di un liquido da una miscela liquida. Consta di una colonna cilindrica che viene riempita con il solvente (se è più leggero della miscela, altrimenti si fa il contrario); la miscela viene quindi fatta cadere, per mezzo di un diffusore posto alla sommità, entro il solvente; si realizza così, per la differenza delle densità, un movimento in controcorrente che permette l'intimo contatto dei liquidi. Il solvente e il liquido estratto escono dalla testa della colonna, mentre la miscela viene scaricata inferiormente.

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