Descrizione generale

sm. [sec. XX; da eterno, riferito alla lunga durata]. Nome commerciale del fibrocemento (prodotto dalla società omonima, fondata nel 1906), composto di cemento portland a lenta presa impastato con fibre di amianto. Possiede proprietà di leggerezza, resistenza agli agenti chimici e impermeabilità. Con esso venivano prodotte lastre piane e ondulate, tubi per condutture di liquidi e gas e contenitori di varie forme. L'impiego dei prodotti contenenti amianto (fra cui l'eternit) è stato dapprima limitato dalle direttive CEE n. 478/83 e 610/85, quindi definitivamente vietato in Italia con legge approvata il 5 marzo 1992.

La bonifica dell'eternit

Le lastre piane o ondulate di cemento-amianto o eternit, impiegate per copertura in edilizia, sono costituite da materiale non friabile che, quando è nuovo o in buono stato di conservazione, non tende a liberare fibre spontaneamente. Il cemento-amianto, quando si trova all'interno degli edifici, anche dopo lungo tempo, non va incontro ad alterazioni significative tali da determinare un rilascio di fibre, se non viene manomesso. Invece, lo stesso materiale esposto ad agenti atmosferici subisce un progressivo degrado per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell'erosione eolica e di microrganismi vegetali. Di conseguenza, dopo anni dall'installazione, si possono determinare alterazioni corrosive superficiali con affioramento delle fibre e fenomeni di liberazione. I principali indicatori utili per valutare lo stato di degrado delle coperture in cemento-amianto, in relazione al potenziale rilascio di fibre, sono: la friabilità del materiale; lo stato della superficie e in particolare l'evidenza di affioramenti di fibre; la presenza di sfaldamenti, crepe o rotture; la presenza di materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d'acqua, grondaie ecc.; la presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento. La bonifica delle coperture in cemento-amianto viene necessariamente effettuata in ambiente aperto, non confinabile, e, pertanto, deve essere condotta limitando il più possibile la dispersione di fibre.

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