eterogonìa

sf. [sec. XIX; etero-+-gonia]. Alternanza di generazioni anfigoniche e partenogenetiche che si riscontra in Afidi, Cladoceri (per esempio Daphnia), Rotiferi e alcuni Nematodi. Il ciclo può essere o non essere regolare. In genere a una o più generazioni partenogenetiche, che producono uova dal guscio sottile e a sviluppo rapido, segue una generazione anfigonica, le cui femmine vengono fecondate da maschi nati da uova speciali prodotte pure dalle femmine partenogenetiche; le uova fecondate hanno di norma guscio robusto e sono in grado di superare senza danni la stagione sfavorevole (l'inverno, per le specie sensibili alle basse temperature, o l'estate, per quelle acquatiche soggette a prosciugamento). L'eterogonia è un adattamento caratteristico degli animali di ambienti fortemente mutevoli; la partenogenesi permette alle popolazioni di accrescersi rapidamente nel periodo favorevole e attraverso la formazione di uova resistenti anfigoniche di produrre una maggiore variabilità genetica e di superare i periodi stagionali critici. Le uova resistenti si prestano anche alla dispersione passiva.

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