follìa

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sf. [sec. XIII; da folle].

1) Condizione di chi ha perduto la ragione, pazzia: cadere nella follia; una crisi di follia; follia collettiva, fenomeno epidemico che si manifesta talora presso popolazioni arretrate, con violenze, fanatismi, deliri collettivi; alla follia, pazzamente, appassionatamente: amare alla follia. Per estensione, mancanza di buon senso, di equilibrio nel giudicare, nell'agire: la tua follia ti costerà cara.

2) Azione sconsiderata, temeraria, ritenuta impossibile; in particolare: fare follie per qualcuno, per qualche cosa, desiderarlo intensamente. Per estensione, divertimento, piacere sfrenato: una notte di follie.

3) Melodia che nei sec. XVI-XVIII fu frequentemente usata, come tema di variazioni, da Frescobaldi, Corelli, Vivaldi e altri. La sua origine risale a un'aria di danza iberica (folía), forse sviluppatasi in Portogallo (dove era già nota nel sec. XIV), che sembra essere stata inizialmente molto vivace (donde il nome) per poi raffinarsi entrando nella musica d'arte, con andamento generalmente grave e maestoso.

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