fumaròla

sf. [sec. XIX; voce napoletana per fumaiolo]. Emissione naturale di gas e vapori da fessure o condotti di un apparato vulcanico attivo. Le fumarole sono le tipiche manifestazioni vulcaniche che si verificano durante i periodi di quiete tra episodi eruttivi o nel periodo che precede la definitiva estinzione di un vulcano; possono però anche prodursi nell'attività effusiva, alla superficie di laghi di lava o di colate laviche: in tal caso vengono denominate fumarole secondarie o senza radice per distinguerle dalle fumarole che si liberano direttamente da condotti vulcanici, indicate come fumarole di cratere o primarie. Le caratteristiche e la composizione chimica di una fumarola sono legate alla temperatura iniziale e variano gradatamente col progressivo raffreddamento: il costituente fondamentale comunque è sempre il vapor acqueo in genere surriscaldato. Si distinguono diversi tipi di fumarola: fumarole secche, emissioni a temperatura superiore a 500 ºC di cloruri di sodio, potassio e ferro, di acidi cloridrico e fluoridrico e di vapor acqueo; fumarole acide, emissioni a temperature fra 300 e 500 ºC di vapor acqueo con acido cloridrico, anidride solforosa, solfuro di idrogeno e cloruri metallici; fumarole alcaline o ammoniacali, emissione a temperature tra 100 e 200 ºC di vapor acqueo con cloruro di ammonio, solfuro di idrogeno e biossido di carbonio; fumarole fredde, emissione a temperature inferiori ai 100 ºC di vapor acqueo con ossido e biossido di carbonio.

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