giocàttolo

Indice

Lessico

sm. [sec. XIX; da giocare].

1) Oggetto, balocco del gioco infantile.

2) Fig., persona che si lascia passivamente manovrare da un'altra.

Cenni storici

Se la natura e i suoi elementi semplici (acqua, terra, sabbia, sassi, foglie e fiori, neve, animali, ecc.) sono da sempre e dappertutto materia inesauribile e duttile del gioco infantile, l'esigenza della creazione di oggetti adibiti all'uso specifico è antichissima e storicamente testimoniata in tutte le civiltà. Figurine (fittili o lignee) umane e animali, barche e carretti in miniatura, in Egitto e Asia Anteriore; astragali e dadi, palle e palline, cerchi e trottole, rocchetti, sonagli e zufoli, bambole e suppellettili domestiche in miniatura, bastoni da cavalcare con testa equina, nell'antica Grecia, che del giocattolo sottolineava le funzioni educative (Platone, Aristotele) e individuava simboliche connessioni con lo sviluppo della vita biologica umana (l'ingresso del fanciullo nell'adolescenza coincideva con la consacrazione dei suoi giocattoli ad Apollo e Artemide durante le feste Antesterie). Gli stessi tipi di giocattolo erano diffusi nell'area di civilizzazione romana, dove avevano grande popolarità scacchiere e pedine per il ludus latrunculorum e duodecim scriptorum: i giocattoli facevano parte del corredo funebre dei fanciulli e fanciulle morte nubili secondo un'usanza che sopravvisse tra i cristiani dei primi secoli. In Oriente sono giocattoli di antica tradizione le bambole e le figurette animali, le trottole e il diabolo e soprattutto l'aquilone. Sono dunque definiti da millenni i “tipi” di giocattolo fondamentali, progenitori gli uni dei moderni zoo, degli animali meccanici e di peluche, gli altri delle suppellettili o mezzi di trasporto miniaturizzati, da trainare, meccanici, elettrici, dei giocattoli musicali (dal carillon al pianoforte), delle bambole parlanti e dei soldatini, dei giocattoli basati su elementi rotanti (trottole, yo-yo, cerchi e hula-hoop), dell'infinita proliferazione dei giochi da scacchiera e tavoliere (dal gioco dell'oca, al monopoli, allo stratego), che si possono considerare tappe finali di un processo evolutivo tendente a riprodurre con precisione crescente, e a proporre al bambino, oggetti e attività della vita adulta (batterie da cucina, costruzioni, “piccolo chimico”, macchina per cucire, elettrodomestici) e inscindibilmente legati al livello tecnologico e artistico-artigianale dell'epoca in cui egli vive. Se nel periodo medievale la produzione si riduceva a rare e rozze figurine umane e animali di terracotta, l'artigianato rinascimentale e barocco produceva esemplari raffinatissimi, oltre che rarissimi, di bambole e automi, bilboquet, lanterne magiche, case di bambola, alla cui ideazione, come nell'antica Grecia, non disdegnavano dedicarsi artisti validissimi. Venivano intanto definendosi i centri tradizionali di produzione da Norimberga alla Baviera, dall'Olanda a Parigi, alla Lombardia, cui si aggiungevano nel sec. XX gli USA e il Giappone. Nei sec. XIX e XX e all'inizio del XXI le esigenze di continuo rinnovamento ed espansione della produzione industriale, il consumismo, insieme a profonde motivazioni sociologiche, condizionavano l'evoluzione del giocattolo verso una proliferazione di nuovi tipi, spesso tutelati da particolari brevetti; a una crescente preoccupazione di verosimiglianza nei modellini e suppellettili in miniatura, succedeva la tendenza alla personalizzazione della bambola (Barbie) o dell'animale e diventavano chiarissimi i persistenti legami tra il giocattolo, l'attualità e i miti della società moderna, nella proliferazione di oggetti e personaggi il cui interesse era legato al momento storico, dalla piccola ghigliottina in voga nel periodo rivoluzionario, al razzo interplanetario, all'uomo spaziale. Gli studi di psicologia infantile, intanto, tentavano di determinare il giocattolo ideale per le diverse età evolutive, dando la preferenza ai giochi creativi, educativi e “plastici” che sviluppano le funzioni organizzative e l'immaginazione.

Diritto

Il decreto legislativo 27 settembre 1991, n. 313, disposto in attuazione della direttiva comunitaria n. 88/378/CEE, stabilisce che si deve intendere per giocattolo qualsiasi prodotto concepito o manifestamente destinato a essere utilizzato a fini di gioco da minori di anni 14, compresi gli eventuali relativi apparecchi di installazione d'uso e altri accessori. I giocattoli devono essere fabbricati a regola d'arte in materia di sicurezza e possono essere immessi sul mercato solo se non compromettono la sicurezza e/o la salute degli utilizzatori o di altre persone, quando siano utilizzati conformemente alla loro destinazione, per una durata d'impiego prevedibile in considerazione del comportamento abituale dei bambini. Non possono essere immessi sul mercato i giocattoli privi del marchio CE: esso attesta la fabbricazione in conformità alle norme o al modello approvato dalla legge. I giocattoli, che risultino non muniti legittimamente della marcatura CE debbono essere immediatamente ritirati dal mercato. Chiunque immette in commercio, vende o distribuisce gratuitamente al pubblico, giocattoli privi della marcatura CE è punito con un'ammenda.

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