glossatóre

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Lessico

sm. (f. -trice) [sec. XIX; da glossare]. Autore di glosse, di note; chi commenta un testo. Con riferimento specifico ai giureconsulti dell'età medievale che glossavano i testi giuridici e in particolare ai maestri della scuola di diritto che nei sec. XII-XIII diedero lustro alla Scuola di Bologna con l'esegesi (spiegazione, esposizione, interpretazione) delle fonti giuridiche romane.

Cenni storici

Agli inizi del sec. XII il grande Irnerio aveva tracciato la via sicura da percorrere, ma in precedenza era già stato compiuto un grandioso lavoro di ritrovamento e ricognizione dei testi giustinianei, suddividendo il Digesto in Digestum Vetus, Infortiatum, Digestum Novum e il Codex in due parti, formando un nuovo Volumen con i Tres Libri, le Institutiones, le Novellae e i Libri Feudorum. Interpreti fedelissimi dei testi giustinianei, i glossatori furono, specialmente in origine, estremamente rispettosi del loro senso letterale ma, davanti alle difficoltà di applicare un diritto immobile da secoli alle mutate contingenze e ai nuovi rapporti sociali, il rispetto per la lettera della lex venne cadendo per favorire il suo adattamento ai vari aspetti della vita pratica. Serie censure però furono mosse ai glossatori dei quali spesso si rimarcava la scarsa conoscenza della storia e dell'antichità classica, la mancanza di spirito critico, le interpretazioni gratuite e l'incapacità a intendere istituti del tutto estranei al diritto romano. Censure che comunque non tolgono ai glossatori il merito di aver divulgato, approfondito e attualizzato il diritto giustinianeo. Oltre al grande Irnerio i glossatori annoverano altri nomi illustri, come Bulgaro, Jacopo e Ugo di Porta Ravegnana; Alberico, Rogerio, Guglielmo da Cabriano, Giovanni Bassiano, Pillio da Medicina; Iacopo Ardizzone, Carlo di Tocco e infine il noto fiorentino Accursio.

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