Lessico

sf. [sec. XIV; dal latino imitatío-ōnis]. Atto ed effetto dell'imitare; in particolare, opera di imitazione, quella che riproduce più o meno fedelmente il modello originale; anche qualunque oggetto o prodotto che sia simile a un altro più pregiato: una perfetta imitazione dell'oreficeria antica. Negli spettacoli di varietà, numero in cui un attore imita aspetto, voce e atteggiamenti di personaggi famosi, versi d'animali, ecc. In zoologia, lo stesso, ma generalmente in senso più letterale, che mimetismo: per esempio, imitazione del substrato, imitazione intraspecifica, ecc.

Filosofia

Atto con cui si riproduce il modo di apparire di una cosa. Platone considera l'imitazione come il primo grado dell'ascesa intellettuale dal mondo sensibile al mondo intelligibile, ma anche come il grado più basso dell'essere. Come primo grado dell'ascesa intellettuale, l'imitazione instaura un processo che si può ben dire mistico; come grado più basso dell'essere, qualifica il mondo sensibile alla stregua di una copia depotenziata e decaduta del mondo intelligibile. Allora si comprende perché l'arte, che è imitazione, sia condannata: essa imita una copia, e dunque riproduce un'illusione. Anche Aristotele, riprendendo il concetto di imitazione da Platone, lo applica ai problemi estetici, ma ne dà una versione del tutto nuova: nell'imitazione l'uomo trova il suo piacere più alto, cioè il piacere della conoscenza, perché imitare significa riconoscere e dunque conoscere ciò che è l'essenziale di una cosa.

Psicologia

Processo dinamico, tipicamente infantile, attraverso cui vengono acquisiti nuovi comportamenti che sono propri di altre persone con cui l'individuo è a contatto e che fungono da modello. Tale processo è molto importante in età evolutiva; nell'elencazione delle varie forme successive di imitazione, Piaget individua nell'imitazione propriamente detta (dai 4 anni in poi) quella che è resa possibile dallo sviluppo del pensiero e della motricità, che condurrà all'acquisizione di importanti abilità quali lo scrivere, il disegnare, ecc.

Musica

Tecnica compositiva che si applica alla scrittura polifonica e, in particolare, contrappuntistica, in quanto, purché abbia luogo, presuppone l'esistenza di almeno due voci o parti. Consiste nella ripresa, più o meno fedele, da parte di una o più voci, di uno spunto tematico proposto da una voce del contesto polifonico. La voce che propone il disegno da imitare si chiama antecedente, quella che lo riprende conseguente. La tecnica dell'imitazione si applica a moltissime forme musicali, in particolare a quelle che fanno uso del contrappunto rigoroso: dal canone (la forma imitativa più specifica) al ricercare, alla fuga, ecc.

Arte

Nell'ambito della riproduzione, contemporanea o posteriore, di un'opera d'arte, l'imitazione non va confusa con la copia, né con la falsificazione. L'imitazione, infatti, presenta di solito rielaborazioni più o meno profonde rispetto al modello a cui si ispira ed è spesso da considerarsi solo un “omaggio” reso a un artista o a un periodo (per esempio il Ragazzo in blu di Gainsborough nei riguardi di Van Dyck). Nel caso di artisti coevi e in stretto rapporto fra di loro, più che problemi di attribuzione o di priorità di influenze, l'imitazione dà la possibilità di valutare il clima culturale di un momento irripetibile (per esempio Giorgione e Tiziano), mentre le varie imitazione di periodi precedenti, dal “rifar l'antico” di Michelangelo, ai revivals ottocenteschi, danno la misura della differenza, basata sulla vitalità creativa, fra arte e moda.

Economia

Effetto di imitazione (o di dimostrazione), relazione di interdipendenza esistente fra i consumi dei diversi soggetti, la cui causa risiede nell'istinto naturale a imitare gli altri, in particolare i più ricchi. Ogni soggetto, nello scegliere il livello dei propri consumi, tende a imitare quello dei soggetti che per reddito e per classe sociale sono superiori a lui. L'esistenza dell'effetto di imitazione, teorizzato dal Duesenberry nell'ambito nazionale, è stato individuato dal Nurkse anche sul piano internazionale.

Etologia

Apprendimento per imitazione, modalità di apprendimento facilitata dall'osservazione di altri animali. L'imitazione può favorire l'apprendimento di schemi motori nuovi; topi e ratti, che abbiano la possibilità di osservare compagni mentre eseguono test di apprendimento, imparano a compiere gli stessi esercizi più rapidamente dei conspecifici che non hanno avuto la medesima opportunità. In alcuni uccelli l'imitazione del canto degli adulti, cioè la possibilità di ascoltarlo, in età giovanile, è fondamentale affinché sviluppino completamente il canto. La capacità di imitazione è molto sviluppata nelle specie in cui la madre “insegna” ai figli alcuni moduli di comportamento (per esempio la caccia in alcuni felidi). La capacità di imitazione è alla base del formarsi di tradizioni negli animali che vivono in gruppo.

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