immunotossina

s. f. [sec. XX; immuno-+tossina]. Farmaco semisintetico impiegato soprattutto, ma non solo, nella terapia dei tumori. Le immunotossine vengono realizzate mediante la coniugazione di una molecola di tossina con quella di un'immunoglobulina diretta contro gli antigeni di un tumore. Tra le varie tossine impiegate per la sintesi di immunotossina le più promettenti sembrano essere quella prodotta dal Corynebacterium diphtheriaee quella prodotta dalla pianta del ricino; entrambe inibiscono la sintesi proteica nella cellula bersaglio. In teoria le immunotossine si presentano come farmaci ideali capaci, grazie alla immunoglobulina, di raggiungere selettivamente il proprio bersaglio (le cellule del tumore) e di distruggerlo, grazie alla tossina. L'impiego pratico delle immunotossine risulta a problematico, principalmente perché la tossicità non è né sufficientemente specifica (cioè il farmaco agisce anche, seppure in minor misura, contro cellule sane) né abbastanza elevata. Mentre proseguono gli studi su animali da esperimento, si è già chiarita un'applicazione clinica di successo, nel trattamento delle leucemie umane. In questo protocollo terapeutico, il paziente subisce un prelievo di midollo osseo e il midollo prelevato viene trattato con le immunotossine opportune per uccidere tutte le cellule neoplasiche. Poiché il trattamento viene effettuato in vitro esso risulta non dannoso per il paziente. Questi viene quindi sottoposto a radioterapia su tutto il corpo in modo che vengano uccise tutte le cellule ematopoietiche, tumorali e non; a questo punto egli risulta guarito dalla neoplasia e può ricevere il proprio midollo, bonificato dalle cellule neoplasiche in una sorta di autotrapianto.

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