lenizióne

sf. [da lenire]. Fenomeno fonetico per cui una consonante, per effetto di una riduzione dell'energia articolatoria, diviene lene passando da sorda a sonora o da occlusiva a fricativa. Già nel latino volgare avviene la spirantizzazione (o passaggio a fricativa) di b che diventa v (devere invece di debere, dovere), e la sonorizzazione delle sorde intervocaliche (negat per necat, uccide). Questo fatto si riflette nel fenomeno della lenizione romanza che interessa le lingue neolatine occidentali: così in portoghese, spagnolo e provenzale troviamo seda (seta) rispetto al latino saeta, in francese soie (che suppone la spirantizzazione e il dileguo di -d-), e nei dialetti dell'Italia settentrionale seda o forme da essa derivate.

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