listerìasi

sf. [dal nome del batterio che la provoca]. Malattia infettiva sostenuta dal batterio Listeria monocytogenes; colpisce bovini, suini, ovini, caprini e polli, meno frequentemente gli equini e può infettare anche l'uomo. Nei Ruminanti si hanno inizialmente inappetenza, abbattimento, stordimento, paralisi e coma; gli antibiotici e i sulfamidici possono essere usati con buoni risultati. Nei suini si hanno movimenti disordinati e tremori muscolari; il soggetto colpito può talvolta guarire. Nei polli non si ha una sintomatologia caratteristica. Nell'uomo esistono due forme di listeriasi (o listeriosi), una che colpisce l'embrione per passaggio del germe attraverso la placenta o il neonato per contagio durante il parto, e una che colpisce l'adulto, il cui veicolo è di difficile identificazione (forse la via alimentare). Nelle forme embrio-fetali è frequente l'aborto, in quelle neonatali vi possono essere forme mortali oppure quadri meno gravi interessanti le meningi. Anche nell'adulto la manifestazione più frequente è la meningite, mentre nella donna gravida i sintomi mancano o sono lievi. La terapia efficace è quella antibiotica (ampicillina).

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