melóne o mellóne

sm. [sec. XIV; dal latino tardo melo -ōnis, di origine orientale]. Nome comune della pianta Cucumis melo della famiglia Cucurbitacee, detta anche popone, originaria dell'Africa e dell'Asia tropicali e diffusamente coltivata nei Paesi temperato-caldi. È un'erbacea annua, monoica, con fusto ramoso, strisciante o rampicante, dotato di cirri; le foglie sono angolose, lobate, ruvide, color verde pallido, i fiori gialli, campanulati. Il frutto, detto del pari melone, è un peponide globoso, da più o meno compresso ad allungato, con polpa gialla, bianca, arancione o verdognola, succosa e profumata, e semi appiattiti, giallicci. In base alle caratteristiche dei frutti le numerose varietà coltivate si possono suddividere in due gruppi, quello dei meloni estivi e quello dei meloni invernali. Alle varietà estive appartengono il melone retato e il melone cantalupo, il primo con frutti poco conservabili, a buccia sottile e corrugata in modo da formare una specie di reticolo, il secondo con frutti più conservabili e con scorza più robusta, costoluta. Le varietà invernali sono quelle con frutti a buccia sottile e liscia, polpa bianca o verdognola, dotati di lunga conservazione. Il melone è generalmente consumato al naturale, sia come antipasto, insieme con prosciutto crudo, sia come dessert, aromatizzato col porto o con un liquore o farcito di macedonia. La semata, ottimo e rinfrescante sciroppo ottenuto dai semi di melone, è ormai in disuso. § Nel linguaggio comune, impr., per influsso del francese (chapeau) melon, è così chiamata la bombetta.

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