mitilicoltura

sf. [da mitilo+coltura]. Allevamento dei mitili a scopo alimentare, effettuato in una zona di mare poco profonda, ben riparata dai venti e dalle correnti. In questa area (quadro) vengono piantati sul fondo dei pali, in file parallele, uniti tra di loro da corde vegetali sommerse (libani). Su queste corde le giovani larve dei mitili, uscite dalle uova, dopo aver trascorso qualche giorno nuotando liberamente in mare, si fissano trasformandosi in piccoli mitili. Successivamente, per evitare l'eccessivo affollamento dei mitili durante la crescita le corde vengono sostituite da altre sulle quali per mezzo di nodi vengono inseriti dei pezzi di quelle precedenti. In tal modo i giovani mitili hanno la possibilità di distribuirsi su una superficie maggiore spostandosi lungo la corda e aderendovi per mezzo del bisso. La mitilicoltura ha come nemici i parassiti e i predatori. I primi (Briozoi, Ascidie, Anellidi, ecc.) si fissano sopra i mitili, per cui periodicamente è necessario provvedere alla ripulitura dei filari che si effettua sollevando dall'acqua le corde: spesso è sufficiente questa esposizione all'aria per distruggere i parassiti senza danneggiare i mitili. I predatori sono Muricidi, stelle di mare e vari pesci quali orate, dentici e saraghi: l'unico rimedio contro questi pesci è quello della pesca per ovviare con un guadagno al danno che potrebbero provocare. Generalmente dopo una decina di mesi i mitili sono pronti per essere immessi sul mercato anche se il loro accrescimento non è terminato. In Italia la mitilicoltura è molto sviluppata soprattutto nelle zone di Taranto, La Spezia e Messina.

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