modalità

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Lessico

sf. [sec. XIX; da modale (aggettivo)]. Modo particolare di essere, di presentarsi, di svolgersi: la modalità di un fenomeno, di un fatto. Con accezioni specifiche: A) in statistica, modo di presentarsi di un dato carattere. Le modalità possono essere quantitative e quindi suscettibili di misurazione ed esprimibili numericamente, o qualitative e, quindi, esprimibili con aggettivi. B) In psicologia, modalità sensoriale, l'insieme delle caratteristiche specifiche di una determinata esperienza sensoriale, conseguente alla stimolazione di un certo sistema recettivo, che consente all'individuo di attribuire l'esperienza stessa a un senso (vista, udito, tatto, calore, dolore, ecc.).C) In diritto, le circostanze che a volte devono accompagnare un dato rapporto o il suo esercizio perché questo sia conforme alla legge; nelle obbligazioni al debitore e al creditore è richiesta la modalità della correttezza; nel campo dei diritti reali il proprietario non può esercitare il suo diritto con modalità che contrastino con la funzione sociale della proprietà o che risultino dannose o moleste ad altri. D) Nella logica classica e medievale, il nesso tra soggetto e predicato nelle proposizioni modali. Per Kant invece la modalità è, nei giudizi, una funzione non riferita al contenuto, ma al suo rapporto con la struttura della conoscenza. In questo senso la modalità per Kant è da assumersi in senso oggettivo come asserzione valida per ogni intelletto; come assenso o negazione di un singolo intelletto, al di fuori di ogni esperienza; come assenso o negazione derivanti dall'esperienza.

Musica

Sistema musicale basato, dal punto di vista melodico e armonico, sui modi, e come tale estraneo alla logica della tonalità (legata all'attrazione tonica-dominante e alla sensibile, che mancano nella modalità). A tale sistema, che si formò e conobbe una complessa evoluzione nel Medioevo e nel Rinascimento prima di cedere il posto nel sec. XVII a quello tonale, si sono ispirati nei sec. XIX e XX diversi compositori per arricchire e rinnovare la melodia e l'armonia tradizionali, rifacendosi talvolta (come Musorgskij) al carattere modale del folclore nazionale. Nel jazz, la modalità è presente dalle origini, per la coesistenza delle scale europee maggiore e minore con altre, proprie della musica africana e del blues. Tuttavia, fino al 1955 ca. l'armonia del jazz (e musiche derivate) si è fondata in buona parte sulle funzioni tonali. Con il Lydian Chromatic Concept di George Russell, però, il jazz si è spostato verso una modalità sistematica, caratterizzata da un proprio sistema teorico non-europeo; in esso gli improvvisatori si muovono su varie scale, usate simultaneamente o in successione. Il jazz modale ha avuto come maestri Miles Davis, John Coltrane e Charles Mingus. Per opera di Davis e di suoi collaboratori (come Wayne Shorter) la modalità si è poi estesa al jazz-rock. La modalità è presente, in modo meno vistoso, anche nel free jazz e nella scuola di Chicago (AACM).

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