monodìa

sf. [sec. XVII; dal greco monōdía, da mónos, solo, e ōde, canto]. Propriamente, canto a voce sola (anche affidato a più cantori che eseguano la stessa linea melodica). Di tale genere furono l'antico canto liturgico, la maggior parte della musica greca, il repertorio dei trovatori, dei trovieri, dei Minnesinger, ecc. Il termine si usa anche per definire la monodia accompagnata da uno o più strumenti, che fu praticata anche nell'età del trionfo della polifonia, ma venne raramente tramandata per iscritto dal sec. XV agli ultimi decenni del sec. XVI, quando alcuni musicisti (come i membri della Camerata fiorentina), in polemica con lo stile contrappuntistico e in nome di un nuovo rapporto tra musica e testo, si fecero sostenitori di uno stile recitativo per voce sola accompagnata dal basso continuo. All'affermarsi della monodia accompagnata all'inizio del Seicento è legata la nascita del melodramma, dell'oratorio e della cantata.

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