mutande

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Lessico

sf. pl. [sec. XIII; dal latino mutandae (vestes) (vesti) da cambiarsi, gerundivo f. pl. di mutāre, cambiare]. Biancheria intima, maschile e femminile, portata a contatto della pelle dell'area compresa tra la vita e l'inguine .

Moda

Di origine antichissima, le mutande erano però solo di uso maschile, come le subligoculu indossate dai Romani sotto la tunica. I popoli delle regioni settentrionali portavano a contatto della pelle le brache lunghe e nel Medioevo si usò un indumento a metà tra le brache e le subligoculu: esso si avvolgeva intorno ai lombi e talvolta comportava due parti tubolari per le gambe; all'inizio del Seicento dalle brache derivarono i calzoni. L'uso delle mutande femminili fu introdotto da Caterina de' Medici, ma l'indumento, confezionato in seta e ornato di ricami e merletti, fu per lungo tempo adottato solo dalle nobildonne e dalle cortigiane. A Venezia e a Genova nel sec. XVI le brachesse erano indossate dalle prostitute. Fu necessario qualche secolo perché l'uso delle mutande femminili si generalizzasse, dapprima in una foggia molto castigata (nell'Ottocento erano lunghe fino alla caviglia) e poi a poco a poco sempre più succinte, fino ai modelli odierni. Anche per quanto riguarda la moda maschile si è passati da mutande lunghe e pesanti a quelle di tela a calzoncino e agli attillati slip.

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