nosòdo

sm. [dal greco nósos, malattia]. In omeopatia, rimedio ricavato da una fonte patogena, che può essere rappresentata da colture microbiche, secrezioni, escrezioni e allergeni, senza l'aggiunta di antisettici. Rientrano in questa definizione per esempio Tuberculinum, che deriva da tessuti infettati con il bacillo della tubercolosi, Psorinum, ricavato dal lisato della sierosità di soggetti affetti da scabbia, e Medorrhinum, ottenuto dalle secrezioni uretrali purulente dei malati di gonorrea. Grande sperimentatore in questo campo fu Constantin Hering (1800-1880), l'allievo di S. Hahnemann che introdusse l'omeopatia negli Stati Uniti. La terapia dei nosodi, oggi chiamata microimmunoterapia dinamizzata, cura con l'uguale più che con il simile, ma i meccanismi biologici su cui si basa la sua attività non sono stati ancora chiariti.

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