onerosità

sf. [sec. XX; da oneroso]. L'esser oneroso; gravosità: protestare contro l'onerosità di un tributo. § In diritto, eccessiva onerosità, causa di risoluzione del contratto prevista dalla legge civile, quando tra le due prestazioni che ciascuna delle parti deve adempiere si verifica uno squilibrio, dopo la conclusione del contratto. La risoluzione è possibile purché si tratti di contratto tra la conclusione e l'esecuzione del quale intercorra un certo tempo e la prestazione di una parte diventi così gravosa da alterare la corrispettività iniziale. Non c'è onerosità eccessiva nei contratti aleatori (per esempio, contratti di borsa). La parte contro cui è chiesta la risoluzione per onerosità eccessiva può evitarla offrendo di modificare il contratto secondo equità. § In economia, incidenza relativa assunta da specifiche tipologie di costo rispetto ad altre grandezze economiche significativamente correlabili. Viene calcolata per migliorare la valutazione economica di alcune dinamiche gestionali. Per esempio, l'onerosità del capitale di credito si determina come rapporto fra gli oneri finanziari sostenuti e i debiti complessivi contratti con finanziatori esterni.

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