ostensòrio

sm. [sec. XIV; dal latino ostensus, pp. tardo di ostendĕre, mostrare, sul modello di ciboríum, ciborio]. Vaso sacro a forma di raggiera, al centro della quale, in una custodia di vetro o di cristallo, è posta l'ostia consacrata, per essere vista dai fedeli nell'adorazione solenne o nella processione in onore del SS. Sacramento . Può anche avere la forma di tempietto con campana pure di vetro o cristallo. L'ostensorio in Occidente divenne sempre più frequente dal sec. XIV, in special modo dopo l'istituzione della festa del Corpus Domini. § Forgiato fin dall'inizio in metalli preziosi, con apporti talvolta di gemme e smalti, costituì spesso un finissimo lavoro di oreficeria. La forma a tempietto, modellata sugli esempi dell'architettura contemporanea, ha un pregevole esempio nell'ostensorio gotico del Castello Sforzesco di Milano. Nel sec. XV fece la sua comparsa il tipo “a sole” (che è tuttora il più diffuso, anche se non mancano quelli a croce, a torre, ecc.), costituito da un disco doppio di cristallo inserito in una cornice da cui si dipartono raggi, con un piede d'appoggio usato anche come impugnatura. Caratteristici per l'esuberanza della decorazione sono i grandiosi ostensori spagnoli del sec. XVI, mentre in epoca barocca gli esempi più notevoli per ricchezza e libertà inventiva sono offerti dall'arte siciliana.