Lessico

sf. [sec. XIV; f. del latino perdĭtus, pp. di perdĕre, perdere].

1) Atto ed effetto del perdere, per lo più determinato da complemento di specificazione: perdita del portafoglio, perdita uditiva; perdita di conoscenza, svenimento; le tue insistenze sono solo una perdita di tempo.

2) Privazione, scomparsa di una persona cara: la sua vita fu condizionata dalla precoce perdita del padre.

3) Fuoruscita di fluidi da un contenitore: si segnala una perdita nella conduttura del gas; anche di liquidi fisiologici: perdite bianche, nome popolare della leucorrea.

4) Danaro che si rimette: l'affare si è risolto in una grossa perdita.

5) Danno bellico consistente nell'eliminazione di uomini e mezzi militari: una battaglia con pesanti perdite da entrambe le parti.

6) Nel linguaggio tecnico e scientifico, diminuzione di valore di una data grandezza fisica. In fisica nucleare, perdita di energia, trasferimento di energia da un sistema fisico a un altro in seguito a un'interazione; in ottica, perdita di luce, la parte di flusso luminoso assorbita da un mezzo nella trasmissione di luce attraverso esso.

Audiologia

Perdita uditiva, dato di valutazione percentuale della sordità, omolaterale o bilaterale, di un soggetto affetto da ipoacusia, calcolabile con vari metodi. Il metodo più diffuso è quello adottato dall'American Medical Association, Committee on Medical Rating of Physical Impairment, del 1961, chiamato metodo AMA. La perdita uditiva percentuale di un dato soggetto viene valutata per ciascun orecchio, in base alla perdita uditiva, in decibel, misurata con i metodi normalizzati dell'audiometria tonale alle frequenze di 500, 1000 e 2000 Hz per quell'orecchio. Il metodo si basa sul valore della somma S delle tre perdite ed è applicabile quando S è compreso fra 45 e 245 dB; la perdita P è allora data dalla relazione:

P=(S–45)/2 dB

Per S≤45 dB la perdita è nulla, per S≥245 dB la perdita è del 100%. Il calcolo della perdita uditiva bilaterale è basato sulle due somme Sm, Sp rispettivamente per l'orecchio migliore (di somma minore) e l'orecchio peggiore (di somma maggiore). La perdita globale St è allora data dall'espressione: St=(3Pm+Pp)/4% dove Pm, Pp sono le perdite uditive percentuali rispettivamente corrispondenti all'orecchio migliore e peggiore. Tali valutazioni interessano la medicina legale agli effetti delle responsabilità civili e penali, per problemi di sordità professionale e di invalidità pensionabili.

Diritto

Cessazione di un diritto, come sanzione accessoria a carico di chi commette determinati reati o atti altrimenti considerati negativamente dall'ordinamento. Casi rilevanti di perdite sono: la perdita del diritto degli alimenti e dei diritti successori del condannato per gravi delitti contro la moralità pubblica e il buon costume; la perdita della capacità di testare del condannato all'ergastolo; la perdita della potestà dei genitori e della cittadinanza nei casi previsti dalla legge. Perdita di assegni, di cambiali, di titoli di credito in genere, smarrimento materiale che provoca la perdita del diritto incorporato nel titolo, fino a quando l'emittente non venga autorizzato a rilasciare altro titolo che sostituisce quello perduto.

Diritto militare

Perdita di nave o aeromobile, reato di cui si rende responsabile il comandante di una forza navale o aeronautica, il quale cagioni la perdita di una o più navi o di uno o più aeromobili dipendenti dal suo comando. Quando la responsabilità è dolosa, la pena è l'ergastolo; quando è colposa, la pena è la reclusione militare fino a dieci anni.

Economia aziendale

Risultato negativo d'esercizio determinatosi per effetto della gestione, quantificabile dall'eccedenza dei costi sui ricavi. La copertura delle perdite può avvenire con una diminuzione del capitale, con una ripartizione in quote da imputare gradualmente in più esercizi (cosiddette perdite da ammortizzare, economicamente ammissibili solo in presenza di particolari motivazioni), ovvero con una reintegrazione del valore da parte del soggetto giuridico. Se le perdite ammontano a un valore tale da superare l'entità stessa del capitale, viene a configurarsi il cosiddetto deficit patrimoniale. Il manifestarsi di una perdita d'esercizio può comportare rilevanti conseguenze giuridiche. In particolare il Codice Civile, negli art. 2446 e 2447 richiede – nel caso che le perdite siano maggiori di un terzo del capitale o tali da ridurlo al di sotto del limite legale previsto per alcune vesti giuridiche – specifici adempimenti agli amministratori e all'assemblea dei soci. La normativa fiscale, invece, disciplina la fattispecie in esame prevedendo la compensabilità delle perdite con gli eventuali redditi imponibili dei successivi cinque periodi. Il termine perdita viene anche utilizzato per definire alcuni tipi di costo, e in questo caso è seguito dalla specificazione delle operazioni da cui si originano: per esempio su cambi, su crediti, su titoli, di emissione, ecc. Perdite e profitti, conto di chiusura della contabilità generale in cui trovano accoglienza tutti i componenti positivi e negativi di reddito ai fini della misurazione del risultato di esercizio derivante dalla gestione. Al di là di questa definizione generale, il termine perdite e profitti trova un diffuso impiego nella dottrina ragionieristica; in questo ambito il suo contenuto varia a seconda dei differenti sistemi di rilevazione contabile considerati (sistema patrimoniale, sistema del reddito, sistema del capitale e del risultato economico). In ogni caso la voce perdite e profitti è parte integrante del bilancio di esercizio, unitamente alla stato patrimoniale e alla nota integrativa, ed è corredata dalla relazione sulla gestione. All'espressione perdite e profitti è talvolta preferita quella, ritenuta più corretta considerando il fenomeno che rappresenta, di conto economico (bilancio).

Elettrotecnica

Nel campo delle macchine elettriche, le perdite si suddividono in perdite nel rame, dovute essenzialmente all'effetto Joule, perdite nel ferro, dovute alle correnti di Foucault (o correnti parassite) e al fenomeno dell'isteresi nelle parti magnetiche, e perdite meccaniche, legate alla necessità di vincere le forze di attrito che si oppongono alla rotazione (perdite per attrito) e al fatto che una parte dell'energia cinetica posseduta dagli organi in rotazione viene comunicata all'aria (perdite per ventilazione). Vi sono inoltre le cosiddette perdite addizionali, non sempre agevolmente misurabili, che possono essere attribuite a vari fenomeni (distribuzione non uniforme delle correnti nei conduttori, effetto pellicolare, correnti parassite in parti non attive della macchina, ecc.). Nei materiali dielettrici si possono avere perdite dovute principalmente al fatto che la loro resistività non è infinita. In particolare, in materiali dielettrici sottoposti a tensione alternata con frequenza f, la potenza dissipata per unità di volume può essere espressa nella forma Ps=2πfεE²tgδ, dove ε è la costante dielettrica, δ l'angolo di perdita del materiale considerato, E l'intensità del campo elettrico. Il termine tgδ è detto fattore di perdita; vi sono inoltre perdite legate a dissipazione di energia nel ciclo di isteresi dielettrica. Per la cifra di perdita, vedi cifra.

Tecnica

Si chiama perdita di energia (o di potenza) la differenza tra i valori dell'energia (potenza) assorbita e di quella erogata da una macchina, un impianto, ecc. Nella maggior parte dei casi l'energia persa viene dissipata sotto forma di calore ceduto all'ambiente. Il rapporto tra la perdita e l'energia a disposizione è detto perdita relativa e il suo complemento a uno è il rendimento del sistema. Nel campo idraulico e fluidodinamico le perdite di energia vengono riferite all'unità di massa o di peso e si parla generalmente di perdita di carico. Spesso il termine perdita è sostituito da sinonimi come dispersione (per esempio dispersione di corrente, dispersione di flusso), fuga (per esempio fuga di gas), ecc.

Telecomunicazioni

Perdita di traffico telefonico, contrazione del traffico trasferito da un insieme di linee di telecomunicazione, generalmente per insufficienza del numero delle linee stesse rispetto alle punte di traffico da servire nell'arco della giornata. Dette perdite vengono espresse in percentuale, come rapporto tra il traffico che risulta così non trasferito (“perduto”) ai fini delle interconnessioni da realizzare e quello totale destinato all'insieme delle linee. In base alle perdite che si verificano nell'ora di massimo traffico (ora di punta) viene stabilito il numero delle linee di telecomunicazione destinate a servire il traffico stesso.

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