Lessico

sf. [sec. XIII; latino penna e pinna, penna, ala].

1) Ciascuna delle formazioni cornee che costituiscono gran parte della superficie portante delle ali (penne di volo) e della coda (penne timoniere) degli Uccelli adulti o che ne costituiscono il rivestimento più esterno del corpo; le più piccole e con le barbe non legate tra loro, che ricoprono più intimamente il corpo dell'adulto e del giovane sono dette più propr. piume; nelle loc.: uccelli di grossa penna, di grandi dimensioni; cane da penna, addestrato per la caccia ai volatili; lasciarci, rimetterci le penne, fig., morire o subire gravi danni in un'impresa rischiosa. Poetico, spiegare, muovere le penne, mettersi a volare, innalzarsi a volo: “un cantico tedesco lento lento / per l'aer sacro a Dio mosse le penne” (Giusti).

2) Strumento atto alla scrittura, costituito essenzialmente da un'asticella metallica (cannello) nella quale può essere incorporato un serbatoio per l'inchiostro, e alla cui estremità si trova un organo scrivente: penna stilografica, penna a sfera o penna biro (penna). Nelle loc. estens. e fig.: testo a penna, scritto a mano; prendere la penna in mano, cominciare a scrivere; saper tenere la penna in mano, essere capace di scrivere; lasciarsi uscire di penna, scrivere qualche cosa che sarebbe stato meglio tralasciare; lasciare, dimenticare nella penna, tralasciare di scrivere per dimenticanza o intenzionalmente; intingere la penna nel fiele, di chi scrive con particolare acredine e malevolenza; è una buona penna, uno scrittore di valore; uomo di penna, scrittore, letterato.

3) Per estensione, di oggetti che nella forma ricordano più o meno una penna. In particolare: A) parte della freccia opposta alla punta. B) Lamina di osso, avorio o altro che si usa per pizzicare e far vibrare le corde di alcuni strumenti, come il mandolino e il clavicembalo; plettro. C) L'estremità del martello a forma di cuneo arrotondato o biforcato, opposta a quella battente (bocca). D) Nell'alpinismo, la parte tagliente della piccozza. Nella pesca, la cannuccia della penna d'oca con cui si fabbricano galleggianti sensibili. E) In marina, l'estremità rivolta verso poppa delle antenne delle vele latine e dei picchi delle vele auriche; l'angolo superiore delle vele latine, auriche, bermudiane, dei fiocchi e delle vele di strallo. F) Per lo più al pl., tipo di pasta alimentare a forma di un tubicino di varie dimensioni, liscio o rigato, tagliato di sghembo alle due estremità. 4) In informatica: A) penna luminosa, dispositivo fotoelettrico usato in coppia con un terminale video per richiamare sullo schermo informazioni, o per modificare quanto appare su di esso o per introdurre informazioni nell'elaboratore scrivendo sullo schermo come su di una lavagna; in questo ultimo caso si possono tracciare anche dei grafici che, opportunamente digitalizzati, vengono poi introdotti nell'unità centrale. Il fotosensore sulla punta della penna rivela i picchi luminosi dovuti alla scansione dello schermo (per esempio al passaggio del pennello elettronico nel caso dei tubi a raggi catodici). Il programma di controllo dello schermo in base a questa informazione ricostruisce la posizione della penna e la memorizza. La penna luminosa, inizialmente alternativa al mouse, che si è dimostrato più competitivo, è tornata sul mercato in conseguenza dello sviluppo e della diffusione di elaboratori personali portatili molto compatti (palm top: da tenere in una mano) sempre più potenti, capaci in particolare di ospitare complessi programmi di lettura della scrittura, e per i quali le dimensioni di una tastiera funzionale rappresentano un problema; B) penna scanner, dispositivo utilizzato per memorizzare in un apposito archivio indirizzi di siti web e di posta elettronica; uno dei primi modelli in commercio, la C-Pen 200, lunga 15 cm e dotata di un processore da 100 MHz, 512 kB di memoria RAM e due batterie capaci di garantirne il funzionamento per 14 giorni, grazie a un sofisticato sensore video e a un sistema di riconoscimento dei caratteri è in grado di memorizzare sino a 100 pagine di testo con una velocità di lettura di 15 cm/s. 5) In elettronica, la denominazione penna ottica è stata usata per i lettori di codici a barre a forma di stilo. La diversificazione delle forme di questi lettori, dettata da esigenze di funzionalità e resa possibile dal progresso tecnico-economico e dalla diffusione (specie nel commercio) di questi lettori, sta peraltro facendo cadere in disuso il termine.

Zoologia

Le penne sono una caratteristica distintiva degli Uccelli. Sono strutture cheratinizzate dell'epidermide probabilmente evolutesi dalle squame dei Rettili e come esse si originano da papille ecto-mesodermiche. Ma a differenza della papilla che darà origine alla squama, quella della penna non resta in superficie: l'epidermide che la circonda si approfonda nel derma per dare origine al follicolo della penna. Negli Uccelli le penne mantengono alta la temperatura corporea e rendono possibile il volo formando buona parte della superficie dell'ala e della coda. Esistono tre principali tipi di penna: la penna di contorno, la piuma e la filopiuma. Una penna è essenzialmente costituita da una parte assile centrale, detta scapo, piuttosto lunga, che può essere distinta in una parte basale cava (calamo) e in una distale, più lunga e solida (rachide). Su ciascun lato del rachide sono inserite delle ramificazioni più piccole (barde), che formano con questa un angolo rivolto verso l'apice della penna, dalle quali prendono origine ulteriori ramificazioni (barbule), che si possono uncinare tra loro per mezzo dei radioli. L'insieme delle barbe e delle barbule è chiamato vessillo. Le penne delle ali, molto sviluppate perché costituiscono le strutture portanti per il volo, dette remiganti, sono inserite sul margine inferiore dei segmenti scheletrici corrispondenti alla mano e all'avambraccio. Alla base, le remiganti sono ricoperte da penne più piccole e più corte, disposte in più serie, dette copritrici. Le penne presenti sulla coda sono dette invece timoniere, perché durante il volo assumono la funzione di un timone; anch'esse sono ricoperte da copritrici. La disposizione di queste e il loro numero costituiscono un importante criterio per la classificazione degli Uccelli. Le parti del corpo ricoperte da penne vengono dette pterilii; quelle nude o ricoperte solo di piume sono chiamate apterii. La colorazione delle penne è varia per la presenza di pigmenti (melanine e lipocromi) e per fenomeni ottici che fanno sembrare le colorazioni metallizzate. Normalmente le penne hanno colori adatti a mimetizzare l'animale nell'ambiente in cui vive, ma in alcuni casi, specialmente durante la stagione degli amori, possono assumere anche colorazioni molto vivaci. Le penne sono rese impermeabili dal secreto sebaceo dell'uropigio e possono venir erette da muscoli cutanei detti arrectores plumarum. Le penne vengono sostituite continuamente nell'arco di tutta la vita. Alla base dei follicoli persistono la papilla e il suo rivestimento epidermico come matrice per la formazione di penne successive. Le penne di diversi Uccelli, quali struzzi, aironi, marabù, pavoni, uccelli del Paradiso, e di altri meno pregiati (fagiani, ecc.) trovano impiego nella moda per la fabbricazione di ventagli e come guarnizione di cappelli.

Etnologia

Le penne sono largamente impiegate, presso tutti i popoli, soprattutto a scopo ornamentale; penne e piume servono a confezionare capi di abbigliamento soprattutto tra i gruppi etnici dell'America Centrale e Meridionale (arte plumaria). Le penne sono utilizzate anche per scopi simbolici: tali sono le piume e le penne che rivestono i caschi e le maschere rituali, il cui colore, forma e disposizione hanno precisi significati (per esempio tra gli Indiani della Prateria i copricapo di penne indicavano l'abilità guerresca e il rango). Le penne inserite o incollate alla base delle frecce servivano non solo per assicurare la precisione della traiettoria ma anche quale segno distintivo del gruppo etnico: tale era l'uso soprattutto fra gli Indiani della Prateria.

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