pòstumo

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agg. e sm. [sec. XIV; dal latino postŭmus, superl. di postĕrus, che viene dopo].

1) Di figlio nato dopo la morte del padre; durante la gravidanza della madre ha gli stessi diritti del concepito, potendo, al pari di questo, ricevere per donazione e testamento.

2) Per estensione, di opera letteraria pubblicata dopo la morte dell'autore: un romanzo postumo. Che si consegue dopo la morte: un riconoscimento postumo. Fig., che si fa quando è troppo tardi, tardivo, intempestivo: ripensamenti postumi. Per la legge sul diritto d'autore (art. 31), la durata dei diritti esclusivi riguardanti l'utilizzazione economica dell'opera postuma è di settant'anni a decorrere dalla morte dell'autore, purché la prima pubblicazione sia avvenuta non oltre venti anni dopo la morte.

3) Sm., residuo, disturbo lasciato da una malattia; i postumi di un'influenza. Fig., effetto superstite, conseguenza: i postumi della carestia.

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