p

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(pronuncia per esteso pi), sm. o f. Quattordicesima lettera "Per la lettera P come simbolo e abbreviazione vedi la tabella a pagina 308 del XVI volume." dell'alfabeto italiano (sedicesima considerando j e k dopo i).

§ In fonetica, la lettera p ha normalmente in italiano il valore fonetico di una occlusiva bilabiale sorda; questo suono viene infatti articolato a mezzo di una occlusione formata con l'avvicinamento delle due labbra, e non comporta la vibrazione delle corde vocali. § In linguistica, la lettera p dell'alfabeto latino deriva dalla corrispondente lettera pi dell'alfabeto greco, che a sua volta risale al segno fenicio (Ñ). All'origine del suono lat. p sta un analogo suono indeuropeo; solo in poche parole di origine osco-umbra p si è sviluppato da una labiovelare indeuropea. Nei più antichi prestiti il lat. p è anche la normale riproduzione del gr. ph; solo in epoca più recente il gr. ph fu più esattamente riprodotto con il lat. ph dapprima pronunciato come un'occlusiva sorda aspirata e solo più tardi come la fricativa sorda f. L'italiano ha conservato generalmente il lat. p in ogni posizione; solo in pochi casi lat. p in posizione intervocalica è diventato v in italiano. Una geminazione di p si ha davanti a i seguita da vocale e davanti a l che diventa i. I nessi consonantici lat. ps e pt si assimilano rispettivamente in ss e tt.

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