pallamuro

(anche palla a muro), sf. [palla1+muro]. Antico gioco sportivo a squadre praticato ancora in Italia, Inghilterra e in alcune regioni della Francia e dal quale è derivata la pelota. Il campo è formato da un muro lungo 8 m, sul quale viene tracciata una linea di “corda” a un'altezza di 1,50 m. Perpendicolarmente al muro vengono tracciate due linee laterali che delimitano il campo di gioco diviso in due sezioni: campo interno o dei battitori e campo esterno o dei ribattitori. Stabilito il numero dei punti da raggiungere le due squadre (formate da 4 a 24 giocatori) iniziano la partita: un battitore (detto mandarino) di una squadra lancia la palla contro il muro al di sopra della linea di corda, per farla ricadere nel campo dei ribattitori dell'altra squadra. Il palleggio continua sino a quando non viene commesso un fallo (palla lanciata sotto la linea di corda od oltre il muro od oltre le linee laterali, oppure colpita al volo e non subito dopo il primo rimbalzo). Se il fallo viene commesso dai battitori la squadra di questi dovrà cambiare il mandarino; se dai ribattitori sarà un punto da assegnare ai primi. Esauriti i mandarini, le due squadre si scambieranno il ruolo. § Lo stesso nome è dato anche a un gioco per ragazzi derivato dall'antica palla a facciata giocata nel Cinquecento in appositi sferisteri. Si gioca davanti a un muro contro il quale viene lanciata la palla. Chi effettua il lancio chiama per nome un compagno il quale deve riprendere la palla al volo (e vince due punti) o al primo rimbalzo (un punto). Lancia quindi egli stesso la palla chiamando a sua volta un compagno e così via. Chi non riesce ad afferrare la palla perde due punti. Vince il giocatore che per primo raggiunge il punteggio stabilito.

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