panpsichismo o pampsichismo

sm. [sec. XX; da pan-+greco psychḗ, anima+-ismo]. Teoria filosofica che riduce la materia ad anima e quindi fa del mondo un'unica entità spirituale. Il panpsichismo si differenzia dall'ilozoismo che attribuendo alla materia proprietà psichiche, si risolve nel materialismo, mentre il panpsichismo riducendo la materia ad anima, rientra nello spiritualismo. Formulatrice del panpsichismo fu la Scuola platonica di Cambridge del Seicento, per la quale la vita è l'essenza stessa della materia (secondo Cudworth, una materia senza vita non potrebbe dare né vita né essere); More definisce la monade fisica (la minima particella di materia indivisibile) senza grandezza fisica, perché in lei l'estensione è una qualità spirituale. Leibniz a sua volta dà al panpsichismo una sistemazione completa affermando che la materia è formata da un aggregato di sostanze spirituali (monadi). Il panpsichismo è presente nella filosofia contemporanea come aspetto metafisico dello spiritualismo ed è stato seguito in Francia da J. G. F. Ravaisson, J. Lachelier e O. Hamelin; in Inghilterra da J. Ward e in Italia da P. Martinetti e da B. Varisco.

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