piastrèlla

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sf. [sec. XIV; dim. di piastra¹].

1) Manufatto edilizio con spessore generalmente inferiore al centimetro, di forme e dimensioni variabili, usato per rivestimenti di pareti o di pavimenti. Vari sono i tipi di piastrelle secondo il materiale impiegato per la loro produzione. Le più usate sono: piastrelle di cemento, composte di una miscela di sabbia e cemento; piastrelle di graniglia, preparate aggiungendo al cemento graniglia di marmo; piastrelle di cotto, prodotte dalla lavorazione di terra argillosa cotta a bassa temperatura; piastrelle di cotto verniciato, ricoperte di colore che diviene vetroso con la cottura in fornace; piastrelle di grès, prodotte sottoponendo a cottura ad alta temperatura terra argillosa, feldspato e colori minerali, ottenendo una superficie vetrificata molto resistente; piastrelle di mezzo grès o semi-grès, prodotte come le precedenti con aggiunta di scorie minerali; piastrelle di porcellana, prodotte per cottura di argilla ad alto tenore di caolino ottenendo un manufatto di particolare resistenza e di notevole pregio; piastrelle di vetro, ottenute mediante pressatura di piccole scaglie di vetro opaco, particolarmente idonee per uso decorativo.

2) Al pl., gioco (detto anche muriella a li bocci) per ragazzi simile alle bocce. Di origine molto antica (lo menziona Omero nell'Iliade), è tuttora in uso in molte parti del mondo. Il gioco consiste nel lanciare da una determinata distanza le piastrelle, avvicinandole il più possibile a una più piccola, detta piastrino. Chi si è avvicinato di più al piastrino vince un punto; se una piastrella si ferma sul piastrino si vincono due punti. Vince il giocatore che ha raggiunto per primo il numero fissato di punti.

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