Lessico

sf. [sec. XIII; da pressare].

1) Il pressare; per estensione, folla, calca di persone, ressa. Non comune, fretta, premura: far pressa, sollecitare.

2) Macchina operatrice mediante la quale è possibile esercitare una pressione costante e uniforme che può raggiungere valori assai elevati su un determinato materiale: pressa monetaria, quella usata nelle zecche moderne per la coniazione delle monete e delle medaglie. Ha sostituito nel sec. XIX il bilanciere.

3) Nell'industria della carta: pressa collante, macchina per la collatura superficiale della carta, formata da due cilindri, il superiore in gomma o bronzo, l'inferiore in gomma più morbida. La soluzione collante viene applicata in eccesso sui due lati del foglio, che passa tra i due cilindri della pressa. Questi costipano la soluzione nella carta e ne eliminano l'eccesso. La pressa collante è spesso usata anche per la patinatura della carta. Pressa umida, organo della macchina continua per la carta collocata fra la tavola piana e la seccheria che elimina in modo meccanico la massima quantità d'acqua dal foglio di carta prima che esso entri nella seccheria. È costituita essenzialmente da due cilindri tra i quali scorre un feltro umido portante il foglio.

4) In fisica, pressa idraulica, sinonimo di torchio idraulico.

Tecnica: generalità

L'uso della pressa presenta vari vantaggi: la pressione viene esercitata su tutta la massa del materiale in modo graduale e progressivo; non lavorando per urto richiede basamento di minor mole; la forza viene esercitata in modo continuo per tempi anche lunghi; le sue dimensioni possono essere anche enormi; i limiti di potenza aumentano con il progredire della tecnica delle alte pressioni. Ciò consente una certa versatilità della macchina, variando opportunamente le dimensioni e la forma della testa operatrice e del piano d'appoggio del materiale: infatti può essere utilizzata per lo stampaggio in serie (come è il caso della pressa monetaria) di pezzi metallici; per la preparazione di lastre di compensato, di panforte, di truciolato di legno, di laminati plastici, di alcuni prodotti in materie plastiche, di fogli di cartone; per l'incollaggio a caldo o a freddo di elementi in legno, nell'industria del mobile; per la produzione di pezzi sinterizzati; in vari campi delle tecnologie del vetro e alimentare; e, soprattutto, per la lavorazione mediante deformazione plastica dei metalli (forgiatura, piegatura, tranciatura, imbutitura, ecc.) sia a caldo sia a freddo. Le presse possono essere di tipo idraulico (oppure oleodinamico o pneumatico), oppure di tipo meccanico; le parti principali di una pressa sono l'intelaiatura, che costituisce il corpo della macchina e che ha forma diversa secondo i tipi; la slitta, o testa o testata, che è l'organo mobile che esegue il lavoro di deformazione plastica; gli organi di erogazione e di trasmissione della potenza alla testa (circuito idraulico, cinematismi, ecc.).

Tecnica: pressa idraulica

La pressa idraulica viene impiegata soprattutto per operazioni di fucinatura (e può in tal caso raggiungere dimensioni colossali) o quando è necessario esercitare pressioni per tempi lunghi. Essa è costituita da un'incastellatura a C o da un telaio a due o quattro colonne, che servono da guida allo spostamento della slitta portante la sella superiore, cioè l'organo di pressione; dalla testa fissa superiore, collegata al basamento mediante le colonne, che regge il cilindro (o i cilindri) di lavoro, nel quale giunge il fluido sotto pressione, il cui pistone aziona la slitta; dal basamento, che sostiene la sella inferiore su cui poggia il pezzo da fucinare; dal cilindro (o dai cilindri) idraulico di equilibratura che evita oscillazioni della slitta; dai cilindri di ritorno o sollevamento che hanno lo scopo di riportare in alto la slitta dopo l'operazione di pressatura. Oltre a ciò vi è un sistema di pompe e di accumulatori idraulici del liquido in pressione, e un sistema di dispositivi di regolazione e di controllo contro i sovraccarichi e per l'arresto immediato in caso d'incendio. Le presse idrauliche sono largamente impiegate anche per lo stampaggio delle materie plastiche, per la pressofusione di materiali metallici (ottone, zama, leghe di alluminio) e per l'estrusione. Nello stampaggio delle materie plastiche si usano prevalentemente presse orizzontali a quattro colonne, la cui funzione principale è quella di tenere chiuso lo stampo mentre un dispositivo ausiliario (a pistone o a vite) inietta in esso il materiale, e, successivamente, di aprirlo per l'estrazione del pezzo. La complessità dei cicli di lavorazione ha tratto notevole vantaggio dall'impiego di apparecchiature di controllo a microprocessori. Le presse per pressofusione, anch'esse orizzontali a quattro colonne, sono abbastanza simili: il materiale fuso, prelevato manualmente o per mezzo di un dispositivo di alimentazione automatica dal forno fusorio, viene versato in una camera, dalla quale viene iniettato da un pistone idraulico nello stampo. Le presse idrauliche di maggiori dimensioni sviluppano forze fino a 15.000 t (presse a colonne) o fino a 1500 t (presse a montante a C, dette anche “a collo di cigno”). La pressione di esercizio del liquido arriva a 200÷300 atmosfere.

Tecnica: presse meccaniche

Le presse meccaniche vengono impiegate non solo in metallurgia ma in tutti gli altri campi su citati; sono classificate secondo la direzione del movimento della slitta (orizzontali o verticali) oppure secondo il tipo di meccanismo che provoca il movimento della slitta, ottenuto mediante cinematismi. Esistono quasi sempre un organo accumulatore di energia (volano) e un sistema di innesto che consente di trasferire l'energia accumulata da questo alla slitta al momento della richiesta; gli innesti possono essere del tipo a trascinamento oppure ad attrito. La slitta può essere munita di un punzone opportunamente sagomato secondo l'operazione da compiere; la piattaforma inferiore può recare una matrice o un controstampo. Le presse meccaniche possono essere a effetto semplice (con slitta mobile e piattaforma fissa) e a doppio effetto (slitta e piattaforma sono mobili). In particolare si possono distinguere: presse a eccentrico, in cui il movimento della slitta è ottenuto mediante un eccentrico mosso da un albero a gomito; presse a manovella, analoghe alle precedenti, con movimento ottenuto da un sistema manovella-biella; presse a ginocchiera, in cui il movimento dell'albero di comando è trasmesso alla slitta mediante una leva articolata a ginocchiera; presse a bilanciere o a frizione, a doppio effetto, in cui il movimento della slitta avviene tramite un'asta filettata, su cui è calettato un volano, che a sua volta è messo in moto da uno o due dischi rotanti; presse a frizione Vincent, derivate dalle precedenti, in cui lo stampo inferiore viene mosso verso l'alto contro lo stampo superiore fissato a una traversa rigida che fa parte dell'incastellatura della pressa. Oltre a queste vanno ricordate particolari tipi di pressa, quali le ricalcatrici, le tagliatrici, le piegatrici, ecc. che assumono la denominazione in funzione delle particolari operazioni che compiono.

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