eccèntrico

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agg. e sm. (pl. m. -ci) [sec. XV; dal latino eccentros, dal greco ékkentros].

1) Agg., lontano dal centro di una città, di una regione: “Il tram si era spinto in un quartiere eccentrico” (Cecchi). Fig., stravagante, originale, bizzarro: “un'amica dall'aria eccentrica e mascolinizzata” (Bacchelli). Anche sm.: quel tipo è un eccentrico; in particolare è così chiamato l'artista, per lo più comico, che nel caffè-concerto e nel varietà arricchisce la propria esibizione con lazzi e trovate spiritose (mutamento di costumi, barzellette, cadute ridicole, brevi imitazioni), seguendo, a differenza del fantasista, schemi tradizionali.

2) Sm., organo meccanico costituito da un disco rotante intorno a un asse parallelo al proprio asse geometrico. Gli eccentrici vengono impiegati per derivare da un moto rotatorio un moto rettilineo alternativo o come organi di serraggio nelle macchine e nelle attrezzature meccaniche. Nel primo caso l'ampiezza dell'eccentricità determina l'entità della corsa del moto rettilineo alternativo e il valore delle accelerazioni proprie di tale moto; quando il profilo dell'eccentrico non è circolare si ha una camma. Nel secondo caso il graduale aumento dell'eccentricità determina il valore della forza di serraggio.

3) In astronomia, eccentrico (o cerchio eccentrico), lo stesso che deferente (vedi epiciclo).

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