pueblo-andide

agg. e sm. Tipo fisico principale del sottogruppo amerindoide, un tempo diffuso dall'estremo sud-ovest degli odierni Stati Uniti fino al Cile meridionale e ancor oggi rappresentato da popolazioni assai numerose, seppur in parte ibridizzate con i bianchi. Pur avendo caratteri antropologici generali comuni, si possono riconoscere varietà locali che differiscono fra loro essenzialmente per altezza, struttura del cranio, contorno della faccia, colore della pelle, variabilità del carattere mongolico dell'occhio. Con ogni probabilità ciò è dovuto a forme di adattamento ai diversi ambienti popolati, come lo è l'aumento dei globuli rossi molto superiore alla media tipico dei gruppi viventi nelle zone di alta montagna delle regioni andine; tali varietà vengono designate genericamente in base alla famiglia etno-linguistica (Pueblos, Nahua, Maya, Chibcha, Araucani, Uru, per citare i maggiori). I pueblo-andide presentano statura generalmente bassa o medio-bassa (159-165 cm); corporatura tarchiata con torace più o meno ampio, sviluppato soprattutto nei tipi viventi sulle montagne; meso- o brachicefalia; faccia bassa sia larga all'altezza degli zigomi (subpentagonale), sia di forma ovale, con mento sempre pronunciato; occhi scuri con rima mongolica da quasi assente a ben pronunciata; pelle da bruno chiaro a bruno olivastro; caratteristiche sierologiche del tipo sono la frequenza variabile dei geni A₁, scarsa di quelli B e rh, elevata di 0.

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