quantificazióne

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Definizione

sf. [sec. XX; da quantificare]. In logica matematica, operazione per la quale, mediante quantificatori posti davanti alle variabili di una formula, si determina l'estensione dei termini che designano individui che soddisfano detta formula.

Logica

Nella logica tradizionale ci si era imbattuti a più riprese nel problema di quantificare il predicato di una proposizione oltre al soggetto, come avveniva nella sillogistica aristotelica, e si era ricorsi al metodo della conversione delle premesse. Nella prima metà del sec. XIX vi si era aggiunta la necessità di operare sulle proposizioni con regole analoghe a quelle usate per l'algebra elementare, il che richiedeva una precisazione del concetto di quantità non solo del soggetto ma anche del predicato, attraverso una determinazione simbolica della natura quantitativa del processo di predicazione. Si deve a J. Bentham e a W. Hamilton l'introduzione di operatori specifici, senza per altro che fosse loro chiara la portata di tale innovazione. In seguito C. S. Peirce diede una chiara esposizione della teoria della quantificazione, ma spetta a G. Frege nella sua Ideografia l'uso della teoria della quantificazione in tutta la sua pienezza, uso che è uno dei caratteri distintivi della moderna logica. Oltre all'analisi delle relazioni logiche intercorrenti tra enunciati, grazie all'introduzione dei quantificatori è possibile non solo studiare le strutture interne dei singoli enunciati, ma anche indagare in modo completo le strutture di quegli enunciati al cui interno compaiono predicati a più posti, vale a dire delle relazioni.

Sociologia

Il problema della quantificazione delle dimensioni empiriche relative alla vita e alle relazioni sociali è da tempo presente ai cultori delle scienze umane e sociali. Appare peraltro superata la lunga e sterile diatriba fra teorici qualitativi, convinti che sia impossibile ridurre a indicatori oggettivi (e perciò caratterizzati da una forma di misura empiricamente accertabile) la complessità e singolarità della condizione umana, e strenui sostenitori della possibilità di tradurre in cifre e dimensioni statistiche qualunque relazione fra gli uomini e i gruppi. La denuncia della mania del numero (la quantofrenia lamentata da P. A. Sorokin, l'empirismo astratto condannato da C. Wright Mills) è infatti generalmente accompagnata dalla considerazione che la quantificazione è indispensabile alla migliore conoscenza di molti fenomeni sociali. Importante è però garantire procedure corrette, verifiche prudenti, interpretazioni criticamente orientate. In una parola, sottrarsi all'illusione che “i numeri parlino da sé”, ispirandosi alla lezione di autori come P. F. Lazarsfeld e di altri metodologi della ricerca sociale.

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