radice (lessico)

Indice

sf. [sec. XIV; latino radix-īcis].

1) In botanica, una delle tre parti in cui si differenziano le piante a cormo, più precisamente quella per mezzo della quale il vegetale si fissa al suolo traendone i liquidi che gli sono necessari per vivere: radici profonde; radici di betulla, di pino. Nelle loc.: mettere (le)radici, di pianta, attecchire, radicare; di sentimenti, idee, usi, ecc., diffondersi, penetrare profondamente; di persona, non muoversi più da un luogo: hanno messo le radici in città; estirpare, strappare dalle radici, divellere, sradicare; fig., distruggere, eliminare.

2) Per estensione: A) in anatomia, termine generico per indicare la parte iniziale di qualche formazione affondata nei tessuti circostanti: radici del dente, del pelo, dell'unghia;radici dei nervi o radici nervose, ciascuno dei due fasci di fibre nervose, l'anteriore e il posteriore, che emergono dal sistema nervoso centrale e si uniscono aformare un tronco nervoso. B) Base, parte inferiore di qualche cosa: le radici della montagna. In particolare, in geologia, radice di una falda di ricoprimento, parte posteriore della falda, spesso caratterizzata da disposizione subverticale degli strati, che collega il complesso roccioso della falda con la zona di origine, ossia con l'autoctono; radice di un plutone, parte del plutone da cui è giunto il magma responsabile della formazione del plutone stesso.

3) Fig., principio, origine: la radice dei vostri mali è la miseria; andare, risalire alla radice delle cose, risalire alle origini; alla radice di tutto c'era l'invidia; colpire, stroncare un vizio alla radice.

4) Lett., simbolo di progenitore, iniziatore di una stirpe: “D'una radice nacqui e io ed ella” (Dante).

5) In linguistica, elemento fondamentale, detto anche base o semantema, non ulteriormente riducibile morfologicamente e semanticamente, di una famiglia lessicale. La radice si può ottenere isolando nelle singole parole la parte costitutiva essenziale, cui inerisce un valore semantico generico e indeterminato, da ogni elemento affissale e desinenziale. Il risultato finale di questa operazione può riuscire anche diverso sul piano sincronico e su quello diacronico: cioè da diavolo, diavoleria, indiavolato, diabolico si può enucleare in italiano una radice diavol/diabol-, riscontrabile anche nel latino diabolus che deriva dal greco diábolos, in cui però la radice è solo bol- essendo dia- un semplice prefisso. Le radici indeuropee, secondo la teoria di E. Benveniste, sono monosillabiche e composte di tre elementi che si susseguono in un ordine costante (una vocale tra due consonanti o sonanti in funzione consonantica); quelle semitiche sono invece generalmente costituite da tre consonanti che formano la struttura portante della parola.

6) In matematica, numero che elevato alla n-esima potenza riproduce il numero dato. In algebra, radice di un'equazione è una soluzione dell'equazione; radice di un polinomio è un numero che, sostituito all'indeterminata, annulla il polinomio.

7) In agricoltura, varietà di rafano.

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