Definizione

sm. [sec. XIX; dall'omonima divinità]. Massa rocciosa di dimensioni variabili (fino a centinaia di km di lato) formatasi per consolidamento entro la crosta terrestre, in seguito a raffreddamento, di materiale magmatico proveniente dal profondo o comunque originatosi in profondità. Una tale massa, detta anche genericamente corpo intrusivo, può manifestarsi direttamente in superficie in seguito a fenomeni orogenetici o di erosione.

Classificazione

La classificazione dei plutoni può essere fatta in base sia alla natura della roccia intrusiva che li compone, sia, meglio, ai rapporti di giacitura con le rocce che li inglobano. A questo riguardo si distinguono anzitutto i corpi iniettati dai corpi soggiacenti, o batoliti. Di questi ultimi è sconosciuto il fondo e la loro massa si perde fino a profondità considerevoli che sfuggono a un normale rilievo geologico; i corpi iniettati invece sono riconoscibili poiché circondati da ogni parte da altre rocce della crosta terrestre preesistenti all'iniezione responsabile della formazione del plutone. I corpi iniettati si possono ulteriormente distinguere, sempre sulla base delle condizioni di giacitura rispetto alle rocce incassanti, in iniezioni concordanti e iniezioni discordanti. La concordanza in questione è tra la superficie limite del plutone e le superfici strutturali della roccia incassante, per esempio la stratificazione o la scistosità. Plutoni concordanti sono: il filone-strato o sill; il filone, o piastra, interformazionale; il laccolite; il lopolite; il facolite; la bismalite. Plutoni discordanti sono invece i filoni, i dicchi, le apofisi, l'etmolite, l'akmolite, l'arpolite, il conolite, ecc. Sulla base della struttura interna del plutone è possibile operare altre classificazioni: si parla così di plutoni omogenei e di plutoni differenziati secondo che la roccia del plutone abbia composizione costante nei suoi vari punti o invece differenziata. I plutoni possono essere classificati, in base alla loro genesi, in semplici, multipli e composti: i primi derivano da un'attività magmatica sviluppatasi in un'unica fase; i secondi da un'attività sviluppatasi in diversi periodi ma con magma sempre dello stesso tipo; i terzi, infine, sono il risultato dell'intrusione di magmi diversi in periodi successivi. Riferendosi all'ambiente tettonico di formazione si possono distinguere i plutoni in migmatici e in vulcano-plutoni. I primi sono conseguenza dei fenomeni di ultrametamorfismo che interessano in profondità le rocce di un orogene; possono alle volte spostarsi diapiricamente verso livelli più vicini alla superficie dando luogo ai cosiddetti plutoni diapiri. I secondi si generano in ambiente tettonico assai più tranquillo e sono legati a iniezioni di magmi a carattere basico o eventualmente anche differenziato in senso acido per digestione di rocce sialiche. Possono spingersi fin poco al di sotto della superficie terrestre ed essere causa di un intenso vulcanismo nella regione soprastante: vengono, in questo caso, definiti come plutoni eruttivi o subvulcani, o plutoni ipoabissali.

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