respiro

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sm. [sec. XVII; da respirare].

1) Il respirare, respirazione: respiro frequente, regolare, affannoso; trattenere il respiro, interromperlo momentaneamente, specialmente per effetto di grande emozione, di spasmodica attesa e simili. Più specificamente, ogni atto con il quale si immette (inspirazione) e si espelle (espirazione) l'aria nei polmoni. Il ritmo normale del respiro, nell'adulto e in condizioni di normale attività, varia tra 15 e 20 atti respiratori al minuto; è più frequente nel bambino variando tra 45 (neonato) e 25 (prima infanzia) atti respiratori. Le alterazioni del respiro possono riguardare la frequenza, che può aumentare (polipnea) o diminuire (bradipnea), o il volume (iper- o ipoventilazione); un respiro superficiale è indicato come tachipnea, mentre si parla di dispnea quando vi sono difficoltà e fatica nell'atto respiratorio. Vi sono poi particolari condizioni di respiro patologico concernenti soprattutto le alterazioni del ritmo e la periodicità degli atti respiratori. Si tratta di situazioni di notevole gravità, in quanto determinate quasi sempre da lesioni del sistema nervoso centrale dove hanno sede i centri di controllo del respiro: traumi cerebrali, infezioni e tumori sono quelle più frequentemente responsabili. Il principale di questi respiri patologici è il respiro periodico di Cheyne-Stokes, caratterizzato da fasi di respiro che progressivamente si riducono fino a una fase di apnea seguita da una ripresa della respirazione che continua fino all'apnea successiva. Esistono inoltre il respiro di Biot, nel quale vi è un prolungamento della pausa fra un atto respiratorio e l'altro, e il respiroatassico, che si osserva nelle situazioni premortali, in cui vi è una totale irregolarità e anarchia delle varie fasi respiratorie. Per la fisiologia, vedi respirazione: un breve, un profondo respiro. Spesso in frasi estensive, con varie determinazioni: un respiro di soddisfazione; emettere, rendere l'ultimo respiro, morire; fino all'ultimo respiro, fino al limite estremo delle possibilità.

2) Fig., momento di pausa, di riposo; sollievo, liberazione da un peso opprimente: lasciami un minuto di respiro; lavorare senza respiro; avere qualche giorno di respiro, di tregua, di tranquillità. In particolare, rinvio di una scadenza, dilazione di pagamento: chiedere, concedere un respiro; pagare a respiro, un po' per volta. Riferito a un'opera di pensiero, valore culturale, larghezza di vedute, profondità d'ispirazione e simili: il respiro degli scritti manzoniani; per lo più nella loc. di ampio o largo respiro: lavoro, saggio, dramma di ampio respiro.

3) In fonderia, canale che, partendo dalla sommità della forma, rende possibile l'eliminazione dell'aria durante l'operazione di riempimento con metallo liquido.