rispètto

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sm. [sec. XIV; dal latino respectus-us, da respicĕre, guardare indietro, quindi considerare].

1) Sentimento di riverenza, di ossequio, di deferenza verso persona degna di stima e di cui si riconosce la superiorità: nutriva un profondo rispetto per il proprio maestro. Anche con riferimento a istituzioni civili o religiose e a ciò che le simboleggia: rispetto per la scuola, per le cose sacre. Per estensione, manifestazione esteriore di tale sentimento, espressa con atti o parole: salutare con rispetto; i miei rispetti, formula di saluto ossequioso e deferente.

2) Sentimento che induce a riconoscere la dignità e i diritti di una persona e delle sue cose e ci trattiene dall'offenderli: mostrare rispetto per le idee degli altri; ogni uomo merita rispetto. Nelle loc.: portare rispetto a, avere rispetto per, rispettare; mancare di rispetto a qualcuno, offenderlo; mancare di rispetto a una donna, offenderne il pudore; aver rispetto per se stesso, comportarsi in modo da non offendere il proprio decoro, la propria dignità; tenere in rispetto, farsi rispettare, riuscire a controllare; con rispetto parlando, con il dovuto rispetto e simili, formule di cortesia con cui ci si scusa di dover usare espressioni sconvenienti o poco riguardose.

3) Attenta, scrupolosa osservanza di ordini, regole e simili: esigo il rispetto del regolamento.

4) Riguardo, considerazione, attenzione: tra noi non sono necessari tanti rispetti. La loc. rispetto a, in relazione a: rispetto alla vostra richiesta non sono ancora in grado di dirvi nulla; in confronto a: rispetto a voi sono fortunato. In particolare, rispetto umano, considerazione eccessiva delle opinioni della gente che ci impedisce di agire liberamente secondo le nostre convinzioni; foglio di rispetto, quello, generalmente bianco, che nei libri precede il frontespizio, posto tra questo e la copertina o il foglio di risguardo.

5) Punto di vista, verso, aspetto: sotto questo rispetto la cosa sembra accettabile. Per estensione, non comune, motivo, causa: ho rifiutato per vari rispetti; per buon rispetto, per precauzione.

6) Nelle costruzioni, area o zona di rispetto, area soggetta a norme che vietano la costruzione di edifici, o ne limitano la volumetria, per motivi di salvaguardia del paesaggio, di reperti archeologici, di segreto militare, di sicurezza (come nel caso di aree di scorrimento veloce o di autostrade); anche area adiacente a edifici o complessi di edifici di carattere pubblico (edifici amministrativi, ospedali, scuole, ecc.) che serve come “filtro” tra questi e la viabilità che ne consente l'accesso.

7) In marina si dicono di rispetto i componenti e le parti di ricambio conservati sulle navi e in parte anche nei magazzini di terra.

8) Componimento poetico, forse di origine popolare e di contenuto amoroso, diffuso fin dal Trecento specialmente in Toscana. Il metro era quello dell'ottava classica (ABABABCC) o quello dell'ottava siciliana (ABABABCCDD). Nei sec. XV e XVI si confuse con lo strambotto. Secondo Carducci infatti non sarebbe altro che uno strambotto di ossequio per la donna alla quale era diretto, in opposizione al “dispetto”, che era invece di scherno e di avversione. Secondo altri, il rispetto sarebbe derivato dal provenzale respit. Scrissero rispetti, tra gli altri, Poliziano, Lorenzo de' Medici, L. Giustiniani. In età moderna fu ripreso da F. Dall'Ongaro, G. Carducci e G. Pascoli.