ryobu-shintō

(shintō duplice), denominazione data alle formazioni sincretistiche medievali giapponesi tendenti ad armonizzare il buddhismo con lo shintoismo, la religione nazionale. Il primo tentativo viene fatto risalire al monaco Kōbō Daishi (774-835), di origine nobile, fondatore della setta Shingon. Il ryobu-shintō prende dal buddhismo gli elementi teoretici (etica, soteriologia, ecc.) e dallo shintoismo gli elementi pratici (rituali). I bodhisattva vengono identificati ai kami (gli “dei” della religione nazionale); la grande Amaterasu, la dea-sole che sta a capo del pantheon nipponico, viene identificata con il buddha Vairocana. In senso più lato possono essere considerate come proliferazione del ryobu-shintō anche certe sette derivanti dal buddhismo tantrico: in esse la pratica yogica viene connessa con concezioni di “spiriti” o “potenze” della tradizione giapponese; ne derivano culti estatici in cui il praticante agisce come posseduto da uno spirito. In epoca moderna si è sviluppato un movimento di rifiuto di ogni forma di ryobu-shintō, per un ritorno allo shintō originario o puro (shintoismo).

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