sacca

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sf. [sec. XIII; da sacco].

1) Specie di bisaccia larga e non molto profonda, di panno, tela, pelle o paglia, usata per tenervi oggetti o viveri: sacca da viaggio.

2) Fig., per lo più al pl., insenature e specchi d'acqua isolati che si formano nel corso dell'evoluzione di un delta ramificato. La loro instaurazione è possibile laddove l'andamento dei canali di scarico delle acque fluviali subisce bruschi cambiamenti (con tagli) in occasione delle piene. Isolate dal flusso delle correnti apportatrici di sedimenti potamogeni, le sacche possono mantenersi a lungo; la loro sorte definitiva è comunque quella di essere progressivamente colmate. Per estensione, sacca d'aria, nel linguaggio aeronautico, vuoto d'aria.

3) Nel linguaggio militare, spazio in cui vengono costrette e rinchiuse consistenti forze nemiche a seguito di riuscite manovre avvolgenti e di accerchiamento.

4) Parte dell'altoforno avente sezione tronco-conica posta tra il ventre e il crogiolo.

5) In botanica, sacca aerifera, struttura caratteristica dei granuli di polline di alcune Gimnosperme, in particolare Pinacee, derivante da un'estroflessione dell'esino, che provoca il distacco dell'endina, lasciando così uno spazio vuoto, poi occupato dall'aria; la sacca agevola la sospensione del granulo nell'aria, permettendo una più ampia dispersione del polline; sacca pollinica, nelle antere, porzione in cui si suddivide ciascuna teca. In pratica corrisponde a un singolo microsporangio, nel quale si differenziano le cellule archesporiali dalle quali prenderanno origine le microspore (granuli pollinici). Sacche polari, sacche che si formano negli stomi e aprono o chiudono l'ostiolo a seconda della loro maggiore o minore turgidità.