saccaròsio

sm. [sec. XIX; da saccaro-+-osio]. Denominazione del comune zucchero di canna e di barbabietola, di formula bruta C₁₂H₂₂O₁₁. Il saccarosio è un disaccaride la cui molecola, per azione degli acidi acquosi diluiti o, nella digestione degli alimenti, a opera di particolari enzimi, si scinde in glucosio e in fruttosio; tale scissione viene detta inversione, in quanto le soluzioni di saccarosio ruotano a destra il piano della luce polarizzata, mentre la miscela di glucosio e fruttosio che si forma nella scissione lo ruota a sinistra. Il saccarosio è molto diffuso nei vegetali: ne sono per esempio particolarmente ricchi il sorgo e le carrube, oltre alla canna e alla barbabietola da zucchero dalle quali si ricava tutta la produzione mondiale di saccarosio (vedi zucchero). Il saccarosio puro, che cristallizza nel sistema monoclino, è molto solubile nell'acqua che a temperatura ambiente arriva a discioglierne il doppio del suo peso, ma poco solubile in alcol puro e pressoché insolubile nella maggior parte degli altri solventi. Riscaldandolo, fonde poco nettamente tra 160 e 180 ºC in un liquido incolore che verso i 200 ºC comincia a eliminare dei prodotti di decomposizione gassosi e imbrunisce, trasformandosi nel prodotto indicato con il nome di caramello. Combinandosi con gli idrossidi dei metalli alcalino-terrosi, per esempio calce, il saccarosio fornisce composti insolubili, detti saccarati, usati nella preparazione industriale dello zucchero.

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