scotìsmo

sm. Il complesso di pensatori e d'indirizzi filosofici e teologici che presero influsso e origine dalla figura e dall'opera di G. D. Scoto. Lungo i sec. XIV e XV un gran numero di maestri, nelle scuole francescane, furono scotisti, sinché, col Capitolo di Toledo del 1633, il pensiero e il metodo di Scoto furono eletti a insegnamento ufficiale dell'ordine. Quest'atto coincise con la grande edizione critica dell'opera di Scoto curata dal francescano L. Wadding, che ne favorì ulteriormente la diffusione, e fu alla base di un grande movimento che non solo commentava e diffondeva il pensiero di Scoto, ma ne applicava l'impostazione e i metodi a tutto il complesso della filosofia scolastica. Tra i suoi maggiori esponenti vanno ricordati A. Volpe da Montepeloso, autore di 12 volumi di Commentarii; F. Biondi (m. 1644) con le Disputationes Scotistae, C. Lanterio (m. 1673), B. Belluti (m. 1676) e altri minori.

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