solitàrio

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agg. e sm. [sec. XIV; dal latino solitaríus, da solus, solo].

1) Agg., che ama star solo, che rifugge la compagnia dei propri simili: ragazzo chiuso e solitario. Per estensione, che è solo, isolato: esploratore, navigatore solitario. Anche sm., raro, eremita, anacoreta.

2) Riferito ad animale, che non vive in gruppi, in branchi: passero solitario.

3) Detto di luogo, appartato, non frequentato: abita in una valle solitaria delle Alpi.

4) Sm., brillante molto pregiato e di grosse dimensioni, incastonato da solo in un anello o in una spilla; per estensione, l'anello stesso.

5) Nome dato a un gruppo di giochi di pazienza con le carte eseguiti, con uno o più mazzi, da una sola persona.

6) Solitario numerico, gioco di pazienza costituito da una tavoletta ottagonale o tonda con 37 cavità, disposte secondo un ordine determinato, e da 36 palline che, all'inizio del gioco, occupano tutte le cavità meno una (la tavoletta può avere piccoli fori anziché cavità e le palline possono essere sostituite da pioli); prima mossa del giocatore sarà spostare una pallina nell'unica cavità vuota “mangiando” una delle palline che occupa una cavità contigua alla sua, con un movimento analogo a quello della pedina di dama quando “mangia” una pedina avversaria. Liberate così due cavità, procederà in modo analogo finché avrà mangiato tutte le palline tranne una; in questo caso il solitario è riuscito. § I solitari sono per lo più basati sulla sorte, cioè sull'ordine di uscita delle carte del mazzo e sulla possibilità di poterle organizzare secondo combinazioni prefissate (in sequenze ascendenti o discendenti, per seme, a gruppi di carte uguali) attraverso una serie di operazioni intermedie consentite dalle regole del gioco (spostamento o sovrapposizione di carte uguali, organizzazione delle stesse in sequenze incomplete ecc.). Si dice che il solitario è riuscito quando tutte le carte sono state disposte nell'ordine prestabilito; la complessità della meccanica non è proporzionale alle possibilità di successo; vi sono infatti solitari semplicissimi che riescono raramente. Se è possibile presumere che l'origine del solitario sia contemporanea all'invenzione delle carte da gioco, esso fu in gran voga soprattutto nell'Ottocento: lo stesso Napoleone a Sant'Elena pare si dedicasse a questo passatempo e inventasse nuovi solitari, uno dei quali ancora conserva il suo nome. Oltre a questo, fra i solitari più conosciuti vi sono quello del frate, la piramide, il solitario dell'otto, la spirale ecc.

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