agg. e sm. [sec. XX; da stabilizzare].

Aeronautica

In un aeroplano, lo stabilizzatore è la parte fissa dell'impennaggio orizzontale, cui è affidato il compito di assicurare opportune doti di stabilità longitudinale al velivolo. Il potere stabilizzante dello stabilizzatore è tanto più elevato quanto maggiore è la sua superficie in rapporto a quella dell'ala, quanto maggiore è la distanza a cui esso è disposto dal baricentro del velivolo (in rapporto alla corda media alare di questo) e quanto maggiore è il suo allungamento; inoltre è legato alle variazioni di portanza che su di esso si manifestano in conseguenza di cambiamenti d'assetto del velivolo e, quindi, ai momenti da queste determinati rispetto al baricentro dell'aeromobile. Esistono stabilizzatori a calettamento variabile (generalmente entro un ambito di pochi gradi), ma questa soluzione non viene sfruttata ai fini della controllabilità longitudinale del velivolo a causa della relativa lentezza delle variazioni del calettamento della superficie in questione e della mancanza di reazioni di pilotaggio legate ai carichi aerodinamici che su di essa insistono (dato il carattere irreversibile dei relativi cinematismi attuatori); la variazione del calettamento serve, di norma, esclusivamente per consentire correzioni dell'assetto dell'aeromobile.

Gli stabilizzatori nei propulsori aeronautici

Sono detti stabilizzatori anche quei dispositivi utilizzati in alcuni propulsori aeronautici, come gli autoreattori, nei quali la velocità di propagazione della fiamma nella camera di combustione è, dati i combustibili in uso, notevolmente inferiore a quella di percorrimento dell'aria interna, con conseguente pericolo di spegnimento della fiamma stessa. Si tratta di stabilizzatori di fiamma (flameholder) nella cui scia la velocità del flusso è notevolmente più bassa di quella circostante per cui permette una combustione corretta: il posizionamento, il numero, l'orientamento degli stabilizzatori è problema cruciale del progetto di ciascun autoreattore.

Gli stabilizzatori nei veicoli

Nei veicoli, gli stabilizzatori sono impiegati a vincere le oscillazioni attorno agli assi principali di inerzia orizzontali, cioè beccheggio e rollio. Nelle autovetture con assale rigido funge da stabilizzatore antirollio la barra di torsione, o antirollio, collegata alle sospensioni: tale barra si oppone, torcendosi, ai movimenti che sollevano una ruota rispetto all'altra, mentre non fa sentire la propria presenza quando esse si alzano o si abbassano insieme; nelle altre autovetture vengono sfruttate particolari caratteristiche delle sospensioni o dispositivi a movimento di fluido.

Gli stabilizzatori sulle navi

Sulle navi, gli stabilizzatori sono dei mezzi atti a contrastare le oscillazioni in mare ondoso; sono possibili solo per ridurre il rollio e possono essere di tipo passivo e di tipo attivo. Alla prima categoria appartengono i mezzi frenanti, resi operanti dai movimenti stessi della nave, quali le alette di rollio e le casse antirollanti passive, cioè casse a U contenenti acqua od olio: il liquido, spostandosi dall'una all'altra cassa con movimento sfasato rispetto a quello della nave, provoca coppie che contrastano il rollio. Alla seconda categoria appartengono mezzi, comandati da apposite apparecchiature, per la generazione di coppie contrastanti l'oscillazione della nave, quali: le casse antirollanti attive, nelle quali lo spostamento di liquido viene effettuato con pompe o regolato da aria compressa su comando di apparecchiature sensibili al rollio, gli stabilizzatori a giroscopio, le pinne stabilizzatrici. Gli stabilizzatori giroscopici consistono in un volano rotante ad alta velocità attorno al proprio asse e dotato di una lenta precessione attorno a un asse perpendicolare al primo: dal moto relativo nasce una coppia giroscopica stabilizzatrice, che si oppone al rollio della nave.

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